DELLO STATO DI VENEZIA i53 camcnti della loro cavalleria dirigevansi alla volta di Mila* no. La divisione francese, ch’era in possesso di Verona, si affrettò ad uscirne, dopo essersi abbandonata per altro ad atti estremi di rigore. A Venezia erasi riguardata la comparsa di Wurmser come il segnale della liberazione di tutla Italia; e le sue vittorie destarono in quella capitale una gioia che giunse (juasi al delirio e fè luogo anche ad alcune violenze. Ben presto per altro la sorte dell’armi ritornò favorevole all’ e-sercito francese. Quando la divisione di Serrurier si presentò a Verona, trovò chiuse le porte, e quel generale le fece atterrare a colpi di cannone. Frattanto le provincie di Brescia e di Verona erano in preda a tutti i disordini delle soldatesche tedesche francese. che, vicendevolmente vittoriose e vinte, esigevano contribuzioni di ogni specie,e saccheggiavano le città tosto che non potevano più difenderle. IL 28 agosto, cioè a dire quindici giorni dopo il rem-grcsso del maresciallo di Wurmser nel Tirolo, diè avviso il podestà di Bergamo che gli abitanti della sua provincia chiedevano il permesso di levarsi in massa e clic poteasi contare su 3o,ooo uQiuini. Perciò gl’ Inquisitori di stato stabilirono un piano per organizzare quella massa in diciotto reggimenti. • Venezia, non che tutte le piazze vicine e l’isole delle lagune formicolavano di truppe giunte dall’Istria, Dalmazia ed Albania e che giornalmente aumentavano con numerosi distaccamenti di reclute. Ergevansi piccoli forti, ap-postavansi batterie a tutti i varchi delle lagune; nna moltitudine di bastimenti armati copriva le sue acque.Era sorto giusta 1' antica massima, la difesa , t ervenuta alla corte di Vienna la voce di tale divisamente, essa manifestò la sua opposizione in modo solenne, e si dovette rinunciare al prbgetto che aveasi in mira. Il 5 settembre ebbe luogo la battaglia di Bovcredo, il cui esito,fortunato pei Francesi, determinò tosto all’ indolitane il generai Masscna di entrare nella città di Trento. Wurmser, generale straniero, il principe di P.* III.* T.° 1V.° 10