CRONOLOGIA STORICA Siccome Vienna c Firenze erano più che mai strette insieme dai vincoli del sangue e da quelli dell’interesse e dell’opinione, era lecito supporre che il gran duca formasse voti pel partito seguito da suo fratello,e lo secondasse senza strepito, come faceano-parecchie altre potenze neutre italiane. Del resto, coloro che allora reggevano la Francia pretendevano che in tutte le città del gran ducato, e principalmente a Livorno, ove gl’inglesi tenevano lo stesso linguaggio che a Londra, avessero i Francesi a provare affettati sdegni, ingiurie, sconvenevolezze d’ogni sorta e depredazioni. Dicevano i nuovi repubblicani, clie negavansi ap-provigionamenti reclamati da uno dei loro vascelli,nel tempo che si accordavano a larga mano alle squadre britanniche. Nel tempo stesso lord Hcrvey, ministro di Inghilterra a Firenze, caricava di rimproveri affatto opposti il governo del gran duca. Qualunque si fossero gl’ intimi sentimenti di questo principe, sapea almeno salvar le apparenze, e nessuna delle potenze neutre della penisola italica ispirava tanta confidenza alla convenzione nazionale. Nel i3 gennaro 1793 ebbe luogo in Roma l’omicidio del segretario della legazione francese Bassville. L’insurrezione popolare, in mezzo alla quale venne assassinato quel diplomatico, la devastazione e l’incendio del palazzo di Francia, eseguito il i3 febbraro, ogni cosa venne posta a carico • dai capi della repubblica francese del governo pontifìcio, che non vi avea avuto parte, che avea anzi fatto ogni sforzo per contenere e reprimere il furore popolare, suscitato da rimostranze per lo meno inutili; ma era interesse della convenzione nazionale di tutto imputare'a quel governo, e ci-tavansi proclami coi quali uomini che parlavano autorevolmente ingiungevano ai vescovi di non trascurar nulla che potesse indurre la popolazione romana ad imbrandire le armi contra Francia. In tali circostanze Ferdinando,dimentico delle querele di Leopoldo verso la Corte di Roma, offri al S. Padr? la propria mediazione; che venne però ricusata da Pio VI,asserendo non aver celi verun timore di sorta, giacché bastavano a proteggerlo la destra di Dio e la giustizia della sua causa. Il gran duca, con atto 16 gennaro di quell'anno, diè a