DEI PAPI a5g sliuti e in gran numero, qualunque sia d'altronde l'opiuio-ne da essi professata. PIO VI. (775# Pio VI (Gian-Jacopo Braschi, nato a Cesena il 17 decembre 1717 di antica ma povera famiglia, poi secretario di Benedetto XIV,, auditore del camerlengo, e tesoriere nel 1766 della camera 1 - * - [¡catodi malversatori, cui incomodava la sua inflessibile severità nella carica di tesoriere) venne eletto papa il i5 febbraio 1775. Lungo era stato il conclave, ed erano estremamente opposti gl'interessi. 1 principi che aveano ottenuto la soppressione dei gesuiti erano troppo avversi all'elezione di un pontefice che 11011 avrebbe voluto consumar l'opera di Cle» mente XIV, ma avrebbe anzi mostrato il desiderio di ristabilire la società abolita. D'altronde la Russia e la Prussia (i),che aveano accordato asilo ai fuggiaschi,favoreggiavano il partilo dei zelanti amici dei gesuiti e gelosi di conservare V indipendenza romana, lacca dunque uopo di uu uomo che potesse conciliarsi la stima generale, clic non allarmasse gran fatto r reali della casa Borbone, e lasciasse qualche speranza ai loro antagonisti. Godeva il Cardinal Braschi alta riputazione di uomo saggio e moderato. » Non poteva negarsi non foss’ egli dotato eli molta attività e cognizioni di più specie. » Egli avea ben voluto riformare la società, ma non contribuì alla sua soppressione, e dato avea pure ai gesuiti testimonianze d'interesse e compassione nelle loro sciagure^ in una parola, avea molto operato per rendersi piacente ai zelanti, né troppo per dispiacere al partito contrario. La Francia trovava in Braschi una garanzia ulteriore, poiché egli, legalo con vincoli di confidenza ed amicizia col Cardinal de Bcmis, gli avea detto sovente:» Solamente in Francia si conosce ciò ch'é un papa; in ogni (1) Il gran Federico scrìveva a Voltaire il 18 novembre 1777:» Ben« o male ht> consenato quest’ ordine, benche eretico e ben anche incredulo come sono. Non assi ne’ nostri paesi leUeralo caUolico se non tra i gesuiti. Aon Avevamo ehi fosse capare di far scuola. Conveniva dunque conservare i gesuiti, o lasciar perire gli studi. Clemente XIII, cardinale alcuni