29G CRONOLOGIA STORICA considerazione. Acton si fece beffe del monarca spagnuolo, c il suo potere non che affievolirsi si accrebbe. Alla corie di Napoli non si ebbe riguardi che per le sole Inghilterra cd Austria} la Spagna e la Francia non riportarono che ri- Le virtù di Ferdinando IV, la sua integrità, il suo amore per l’ordine c la giustizia, la sua equità e bontà avrebbero formata la felicità del suo popolg,se avesse egli stesso governato} ma i vizi del ministro straniero cui affidò la sua autorità, trascinarono lo stato alla rovina e precipitarono la nazione in- un abisso di sciagure. 11 monarca non dissimulava però a se stesso gli errori di Acton. Più di una volta erasi trovato malcontento della regina, e non senza incontrare parecchi ostacoli per parte di lui la sovrana cd il favorito ministro passavano d uno in altro disordine. Talvolta pure Ferdinando IV raccoglieva tutta la sua autorità, e tali momenti di fermezza erano i soli in cui si operasse qualche cosa di buono e fortunato pel regno. Fu cosi allorché, dopo la ritirata di Tanucci,avvisossi la S. Sede di poter riacquistare i privilegi di cui l’avea spogliata la politica di quel vecchio ministro, e Pio VI propor lece un nuovo concordato alla corte di Napoli, col mezzo del nuncio Galoppi, cui il re non istette in forse per ricu'-sare} ordinando inoltre all’inviato del papa di uscire dai suoi stati, in onta alle minaccio del Vaticano e le insinuazioni del ministro Caraccioli, che allora smentiva in Sicilia i principi! filosofici da lui professati a Parigi. Egli venne per altro nel 1786 chiamato al ministero degli affari esteri da Acton, che gli diede per successore nel vice regno di Sicilia il principe di Caramanico. Acton prevedeva senza dubbio la morte che colpì ben presto quel vecchio, lasciando vacante il ministero degli affari esteri} il solo che mancasse all’autorità di Acton} egli ne fu investito, non vedendo più allora altri limiti al suo potere. La morte lo liberò di due rivali che avrebbero potuto formare inciampo ai suoi progetti. Il 3o ottobre 1787 morì l’ab. Galliani, e nel 21 luglio 1788 gli tenne dietro il celebre Filangeri} e la morte di Carlo III,avvenuta pure l’anno 1788,10 svincolò da qualunque sorta di soggezione. Il marchese de Marco tenc\u ancora il dipartimento della giustizia: ma benché 11011 man-