DELLO STATO DI VENEZIA 171 lealtà e di amicizia, provavano essere eguali all’incirca il vicendevole odio e la mallìdenza. A Parigi 1’ ambasciator veneto ingegnavasi in cento forme di penetrare le intenzioni del direttorio, il cui ambi* guo e compassato linguaggio era ben differente da quello tenuto alla stessa epoca in Italia da Bonaparte. Allora igno-ravasi in Francia ciò ch'era avvenuto oltrainontc. Qualunque esser potesse la sincerità delle parole confortatoci dei cinque direttori, il loro effetto rimase sospeso dalla nuova degli avvenimenti di Salò^ ed in breve le sanguinose scene di Verona resero impossibile ogni ravvicinamento. Era naturale pensare che proponendosi Bonaparte d'indurre l'Austria ad accettare lo stato veneto in compenso dei Paesi Bassi e del Milanese, avea risolto di operare in quest'ultimo una rivoluzione completale che Verona era lo scopo principale delle sue insidie. Dacché il senato avea spedito in quella città straordinari provveditori, uomini ligi e coraggiosi,e con essi crasi introdotto un grosso corpo di milizie schiavone,succedevano giornalmente risse tra L soldaù àellc due nazioni ; c gli spiriti erano giunti a tale stato di concitamento, clic bastava la più leggiera scintilla per occasionare una esplosione generale; e questa scoppiò appunto il giorno 17 aprile. I Francesi erano all'incirca in numero di i3oopcr occupare i tre forti e le diverse porte di quella vasta città. Al di dentro eranvi uomini isolati, agenti amministrativi dell'armata, donne e molti malati. II governo veneto contava come suoi entro la cinta delle mura,oltre la guardia borghese, 2,000 Schiavoni, 1000 di truppa italiana, parecchie migliaia di paesani, e al di fuori eravi un corpo di 8,000 uomini,composto di truppe regolate e di paesani armati. Il 16 aprile dovette un rinforzo di cinquecento uomini, clic si presentò per entrare nei forti, farsi strada a traverso truppe venete clic gli opponevano il passo; e verso il mezzodì del giorno 17 comparve ad una delle porte un altro distaccamento di cento uomini procedenti da Peschiera, nò riuscì ad introdursi se non dopo incontrate gravi violenze. Le forze dei Francesi in Verona erano allora, tutto cornp reso, di 1900 uomini; e sapevano clic una colonna au-