DE'RE DI NAPOLI E DI SICILIA poli,c la cui costruzione rovinava l’erario. Ma l’incapacità del ministro non gli tolse nulla del suo favore. La regina, sempre disposta a nuove imprese ed a pericolose innovazioni, non rimase per nulla scoraggiata dal poco successo de’primisuoi tentativi.L’inesperienza di Acton avea distrutto invece che ristaurata la marina, ma non si volca pensarvi. S’imaginò tosto una riforma nell’amministrazione militare, nò, guari si stette ad operarla. In conseguenza delle ordinanze di Don Carlos, l’armata di terra do-vea portarsi a 3o,ooo uomini; ma invece diloltrepassare il numero, contavansi a stento in tutta l’estensione dello stato i5,ooo soldati. 11 cavalier Acton,che al ministero della marina accoppiava, anche quello della guerra, fece eseguire l’ordinanza del re cessato:, ma col ristabilire una forza militare che avrebbe potuto essere imponente, non ne assicurò per altro l’importanza mercè l’ordine e la disciplina, e invece di organizzare soldati, non fece che assoldamcnti di gente senza freno e subordinazione. Una così viziosa amministrazione, la condotta di Napoli verso la Francia,con cui i bisogni del commercio avrebbero dovuto stringere i legani del sangue , il predominio preso dalla regina nel Consiglio,l’esclusiva di cui godevano estero corti nel gabinetto di Napoli-, l’orgoglio, l’incapacità e gli errori del ministro, tutto rivoltava la saggiezza e la prudenza del re di Spagna, e non cessava dall’indurre suo figlio con lettere,o per ambascerie, .a cangiar di politica e porsi egli stesso alla testa degli affari. Il cavalier Acton spinse l’insolenza al segno di vietare alla Francia l’esportazione del legname da costruzione eli’ era solita di acquistare nella Calabria. A malgrado i suoi giusti malcontenta-menti,la Francia avea generosamente inviato un soccorso di grani su quella terra sconvolta dai più orrendi disastri; ma ricusò seccamente il ministro un dono cui la riconoscenza gli avrebbe dovuto fare un dover di accettare, e che l’odio o la più imperdonabile imprevidenza poteano sole rifiutare. Carlo III allora sentì tutta l’odiosità di simile condotta^ deposto il sistema di modcrazion che cavea adottato verso il figlio, gli ordinò di congedare il ministro che così stranamente abusava della sua confidenza; ma l’ordine regio rimase senza effetto, ed il favore la vinse senza ogni altra