DEL DUCATO DI MILANO IOI stinato a fissare gli sguardi dell’Europa, ma che gli articoli vantaggiosi per la Cisalpina doveano rimanere senza esecuzione. Quando Bonaparte diede a quel paese una costituzione fatta in fretta e in mezzo ai campi di battaglia, avea dato ad intravedere la speranza che sarebbe migliorata posteriormente. Le mire che si aveano in tale argomento sembravano non dover dipendere che dal volere e dai bisogni dei veri interessati; ma in quel momento la repubblica cisalpina subiva interamente la legge di quella potenza direttoriale di Francia, le cui molle governative non aveano mai altro appoggio che le divisioni e lo strazio delle fazioni. Del resto si conosceva la necessità di alcuni mutamenti dagli stessi migliori ingegni lombardi, cioè da uomini presi tra coloro che non avrebbero preferito il dominio austriaco. Per es. il numero dei dipartimenti,ch’era di venti, sembrava di troppo considerevole; non che l’altro dei membri del corpo legislativo,che giungeva sino al ducccnt’ottanta; e sentivasi anche la necessità di riformare rovinosi dispendi; ma il direttorio di Parigi non permise ai Cisalpini di regolarsi da s¿ medesimi; e portava rancore a quei direttori e membri del corpo legislativo eh’ eransi mostrali contrari al trattato di alleanza. Sul finire del maggio 1798 giunse a Milano Trouvé, ch’era il primo ambasciatore accreditato dalla Francia,con ordine di apparecchiare quella riforma e porla in esecuzione. Quell’ambasciatore,clic nel giorno 8 giugno fece il suo magnifico ingresso nel direttorio, ben presto acquistò certa influenza, di cui specialmente ebbe a protestare il generai Brune, succeduto a Berthier. Molti, temendo apparentemente più gli eccelsi dell’autorità civile che quelli della militare, si attaccarono a quel comandante dell’armata francese, che 1' una dopo l’altra disapprovava tutte le innovazioni che l’ambasciatore francese avea fermate nella propria sua casa. Brune partì anche per Parigi verso la metà d'agosto, a solo oggetto di esporre al direttorio il pericolo di quelle innovazioni: ma dovette cedere all’autorità superiore, e promise d’intendersi d'ora innanzi con I rouvé per le divisate operazioni. Il 3o agosto, alle 9 della sera, si convocarono straor-