,8* CRONOLOGIA STORICA richieste dalie circostanze, fu straordinariamente convenuto il giorno i." moggio. In quel giorno il ducale palazzo fu accerchiato di truppe e di cannoni. Gli artieri dell’arsenale e i corpi d’arti aveano prese le armi; e pattuglie scorrevano le vie della città, la quale provava le più vive inquietudini. In mezzo a tale apparato si raccolsero nella sala del gran Consiglio seicentodiciannove patrizi, cioè a dire quasi che mezzo il corpo della nobiltà, e il doge Lodovico Manin prese la parola. Quale sovrano pronto ad abdicar la corona, tenendo nella mano il suo corno ducale,pronunciò con tuono commoventissimo ad un tempo e con aria di vera dignità un discorso la cui sostanza era questa: » L’anno 1297 Pier Gradenigo concentrò nel solo ordine nostro l’autorità del gran Consiglio.Ora sembra giunto l’istante di restituirla tutta intera alla nazione veneta. Se voi, signori, al pari di me stimate necessario il sacrifizio che vi propongo, conoscerete pure quanto esso riuscir possa funesto agl interessi di moltissimi nobili che sin qui dovettero la loro sussistenza alle cariche dello stato, ma ai quali la giustizia vostra vorrà garantire il risarcimento delle lor perdite; mentr’io mi riputerò felice di contribuirvi col mio privato peculio. » La proposta di autorizzare i due senatori deputati e l'ammiraglio delle lagune ad intendersi con Bonaparte sulle modificazioni da introdursi nelle forme di governo, venne sviluppata e sostenuta da uno dei consiglieri del doge c da un capo della quarantia criminale; dopo di che succedette un triste silenzio; indi si fece lettura del progetto di deliberazione: si passò ai voti col solito scruttinio, e v'ebbe cinquecento voti pel progetto, sette contra, e quindici non votanti. Adottata la deliberazione,vi si unì un’istruzione in cui raccoinandavasi ai deputati commissari! di rappresentare clic il governo, spoglio di ogni autorità in terraferma, non po-tea in verun modo castigare coloro che si erano resi colpevoli verso i Francesi. Quanto al disarmo, promettevasi avverrebbe tosto dopo l’accomodamento; finalmente quanto alla rottura coll’Inghilterra, clic*pur era da Bonaparte pretesa , aveano ordine i deputati dire eh’ essa comprometterebbe i più gravi interessi della veneta repubblica.