DEL DUCATO DI MILANO 83 Il 16 Alvinzi, saputa la marcia retrograda del Francesi, fece occupar Arcole all'istante stesso, poi diresse due colonne contra il’nemico. Allora s'impegnò nuovo combattimento,clic tornò tutto in vantaggio degli Austriaci. 11 17 lo stesso generale, tratto in errore da una spia che asseriva aver fionaparte ripassato l'Adige e marciato verso Mantova non lasciando che un retroguardo a Ronco, uscì fuori sul far del giorno,‘sperando di portar via il ponte di Ronco. E questa fu la terza giornata di battaglia. Allorché fu essa terminata, si vantò Bonaparte di avere in quei tre giorni indeboliti gli Austriaci di oltre ao,ooo uomini, che in tal guisa non gli erano più che un terzo superiori in forza numerica. Diè immediatamente ordine di uscir fuori dai paludi e di portarsi ad attaccare in pianura. L’armata francese passò il ponte gettato all’imboccatura dell’Alpon. Alle due dello stesso giorno 17 essa era azzuiTata, avendo la sua sinistra ad Arcole colla destra nella direzione di Porto-Legnano: in faccia avea il nemico, la cui destra appoggiata all Afpon e la sinistra ai paludi, lu tal modo gli Austriaci erano sulla via di Montcbcllo; colà pure combattevasi accanitamente, e le truppe di Alvinzi furono poste allo sbaraglio. Questo generale avea posto dietro a sè a scaglioni da 7 a 8,000 uomini per proteggere la sua ritirata e scortare i suoi parchi; e così la sua linea di battaglia non si trovò realmente più forte di quella dei Francesi. Egli fu inseguito per tutto il resto della sera, e continuò nottetempo la sua ritirata verso Vicenza. Bonaparte,giunto che fu a Villa-Nova, arrcstossi, indi si portò a visitare le alture di Caldiero, e poi continuò la sua marcia sino a Verona, ove entrò trionfante per la porta dalla parte di Venezia: non erano che tre giorni dacché egli era misteriosamente uscito per quella di Mjlàno. Tosto passò sulla destra dell’Adige,e corse incontro a Davidowitch ch’era ancora, a Bivoli, ignorando ciò ch’era avvenuto nell’ armata d' Alvinzi. Davidowitch, scacciato di posto in posto,fu inseguito colla spada a tergo sino a llo-veredo. Enormi erano le perdite d’Alvinzi, ma neppure per I armata francese si conseguirono tanti vantaggi senza dolorosissime perdite, e scutivasi più clic mai il bisogno di