DELLO STATO DI VENEZIA laria sua inazione fu anche causa chc la repubblica nulla pure guadagnasse nel trattato di Aix-la-Chapelle del 1748, di cui profittarono tutti i suoi vicini. Più tardi si succedettero parecchie guerre, quelle compreso di America e di Corsica, senza che Venezia si scostasse per nulla dal suo piano di condotta, e più spezie di umiliazioni le costò specialmente la guerra dei Russi e degli Austriaci contra i Turchi. Per molt'anni la storia di Venezia ò sterile di avvenimenti: il suo riposo era il sonno chc precede ed annuncia la morte. I Veneziani erano totalmente avari dei più leggieri sacrifìzii che potea richiedere la lor sicurezza, c talmente intimiditi delle mcnomc relazioni colle altre potenze, per poco che sembrassero involvere differenze qualunque, che spirata nel 1766 la loro alleanza coi Grigioni, non vollero rinnovarla, e preferirono di lasciar a quel popolo un soggetto di risentimento,piuttosto che esporsi a prender partito nelle sue querele interne od esterne. Al principio di marzo 1773 il governo inviò a Corfù l’ordine di arrestare il provveditore generale del Levante Pier Antonio Querini, accusato di aver imposto al popolo tasse ingiuste e di averne venduto il ricavato. Il provveditore dovea essere giudicato dal Consiglio dei Dicci; egli il a3 aprile dell’anno stesso giunse nel portp di Venezia, e fu condannato a tre anni di prigionia. Nel 1753 la repubblica avea conchiuso un trattato coi pirati barbareschi,e tali n’erano state le condizioni che più sembravano proprie da imporsi a sudditi che non da proporsi ad una potenza sovrana. Venezia, dopo alcune inutili scorrerie de’suoi legni,di cui le potenze d Italia e di Spagna aveano chiesta P assistenza, prese la determinazione di trattar di nuovo con Marocco, Tunisi, Algeri e Tripoli. Nel 1764 e 1765 si andò d'accordo intorno ad alcune capitolazioni,che vennero ben presto violate dalla reggenza ai Tripoli. poscia dal dey d’Algeri, e finalmente dalla reggenza di Tunisi; la quale nel 1774 indusse i Veneziani a ripigliare le armi, dopo lunghe dispute e negoziazioni. Per l’operosità dell’ammiraglio Angelo Emo c pel suo zelo infaticabile nel riformare gli abusi, poterouo i Vene- ziani dis e con qualche appariscenza le loro forze ma-