DELLO STATO DI GENOVA 3i Non più era in potere dell’autorità superiore far rientrare in pacifica obbedienza uomini clic pretendevano non aver preso Tarmi se non per proteggere quell’autorità medesima, e questa specialmente non era in grado di rispondere porrebbe i Francesi al coperto d’ogni insulto e persecuzione. Rispose Faypoult alla deputazione,clic nel prender clic faceva il piccolo consiglio, scnz’esscrvi pressato da veruna mossa della Francia, una risoluzione tanto favorevole al popolo genovese, quanto era quella di correre tutti i rischi di un cangiamento nella forma di governo, veniva a dar prova di sua saggezza e delle patriotichc sue intenzioni; ma che essa per altro non suppliva alle riparazioni sulle quali insisteva maisemprc il generai Bonaparte in causa dei cattivi trattamenti provati dai Francesi imprigionati e spogliati; che in conseguenza egli,nella sua qualità di ministro, non potea più per mancanza di tal piena ed intera soddisfazione dispensarsi dal partire da Genova con tutta la legazione. I deputati, vedendolo cosi risoluto,gli chiesero ancora due ore di dilazione, sperando bastasse questo spazio di tempo per compiere i loro voti. Essi ritornarono alle otto della scra,rccand» il decreto d’arresto de’tre patrizi particolarmente accennati,c tosto Faypoult annunciò ch’egli non più pensava di partire, e la turba del popolo, che prima se ne stava raccolta in tetro silenzio davanti la casa del ministro, fece sentire le grida ■ di Viva Faypoult, viva la repubblica francese! Al domane i.° giugno il patrizio Cattaneo, ch’era soltanto guardato a vista, trovò mezzo di scappare, c procurò di farsi scudo di qualche persona del popolo; ma ben tosto venne arrestato. Il governo consegnò passaporti al farmacista Morando, colla sua famiglia, ed a sci Genovesi del numero degl’insorti, che dopo il 22 maggio cransi rifugiati nella casa dcl-l’ambasciatore francese. Essi partirono sull’istante per la Lombardia. Si riapri il Porto franco, e si abolì la percezione di ogni dazio. 11 2 giugno la deputazione, incaricata di conferire con Bonaparte, prese la via per Milano. La seguì Faypoult il giorno 3, dietro invito del generale stesso.