■ 04 CRONOLOGIA STORICA incaricato della convocazione delle assemblee primarie a cui la nuova costituzione verrebbe offerta per l’accettazione, e gli si soggiungeva nulla dubitarsi che per 1’ esecuzione di tal ordine non venisse Brune da lui efficacemente coadiuvato. Brune allora, senza prender consiglio nè dall’ambasciatore nè da chi altri si sia, risolse di capovolgere l’ordine delle cose a malapena istituite. Sul finir di settembre videsi giungere a Milano uno di que’ coramissarii del direttorio esecutivo francese di cui si parlò più sovra, incaricati ad un tempo di abbassare l’an-torità dei generali e porre maggior regolarità nelle finanze dell’armata d’Italia, onde provvedere ai mezzi che conveniva specialmente impiegare per cominciar la campagna in" caso ai rottura coll’Austria. Il commissario reclamò l’esecuzione dell’impegno presosi col trattato di alleanza di fornire il supplemento delle spese indispensabile ove si dovesse fare la guerra. La sua domanda fu precisata a dodici milioni, quattro in numerario e otto in beni nazionali.Tale soccorso fu ricusato da due membri del direttorio cisalpino e da tre altri accordato, i quali pure ciò malgrado alcuni giorni dopo, cioè il i4 settembre, vennero dal generale in capo destituiti, come lo furono quasi tutti i legislatori che aveano deliberato sul messaggio relativo alla contribuzione straordinaria. Brune accettar fece da assemblee primarie convocate frettolosamente e tenutesi con qualche disordine c confusione, quella costituzione ch’era stata da lui stesso modificata. 11 direttorio di Parigi,cui era nota la disarmonia, esistente tra i partiti cisalpini da una parte e tra il generale e l’ambasciatore francese dall’altra, risolse di allontanare ad un tratto e Brune e Trouvé, dando a ciascuno una diversa destinazione. Cominciò da quest'ultimo, il quale nel ta ottobre sentì di essere sostituito a Milano da Fouché di Nantes, e l’indomani vide giungere il suo successore,a cui nel 18 rimise tutte le carte della legazione. Le istruzioni del novello ambasciatore gli ingiungevano di dover rispettare quanto era stalo fatto sin allora ed opporsi a qualunque innovazione; lo che egli stesso dichiarò tosto al ministro delle relazioni estere Birago e poscia al presideute del direttorio cisalpino.