CRONOLOGIA STORICA insurrezione: se trainavasi qualche sinistro progetto, era soltanto nei segreti conciliaboli diretti dal segretario di legazione, Vilietard; ch’cra un giovinastro pien d’ardore per le opinioni del secolo, ma di carattere integro e per giunta fornito di molti mezzi. A Venezia la sua condotta era più effetto di errore di spirito che non di cuore perverso. La partenza del suo capo gli lasciava la libertà di tutto intraprendere, e poteva eseguire a suo talento quelle innovazioni politiche preparate colà da lunga pezza da Salicetti, emissario di 1 rancia, mentre trovavasi sul luogo ove avea potuto stanziare tutto l’inverno 1796 e 97, essendo riuscito ad ingannare persino la sorveglianza degli Inquisitori di stato. Lo stesso Salicetti vi teneva allora anche una specie di club per disporre gli spiriti ad una rivoluzione,cui già prevedeva poter venire più tardi sostenuta dalla forza armata.Convien dire per altro non aver Villetard sospettato che Bonapartc avesse concepita l’idea di rivoluzionare Venezia per darla poscia all’ imperatore. La sera del giorno 9,dopo una cena data da esso agente francese, s’incaricò certo Zorzi, negoziante di liquori,di recarsi nella stessa notte con Spada, antico daziere generale, di recente uscito da una delle prigioni di stato, presso il doge per farlo risolvere di prendere di concerto cogli altri membri del governo il solo partito che salvar potesse Venezia. Così almeno si legge in uno scritto particolareggiato, che si pretendeva essere di pugno dello stesso segretario di legazione. Tosto che Zorzi comunicò 1’ oggetto della strana sua visita, credette il doge dover far raccogliere i membri della consulta, che due ore prima crisi sciolta. Dopo esposte le proposizioni delle nuove misure da prendersi, tra cui l’arresto del conte d’Antraigucs, incaricato d’affari del re di Francia e il sequestro delle sue car-tCj come in fatto richiedea Bonaparte, si convenne che nella mattina susseguente si s’intenderebbe direttamente con Villetard quanto al modo di esecuzione. In tal guisa fu decisa la completa rivoluzione dello stato veneto, e da un semplice segretario di legazione francese, senz’autorizzazione, venne dettata la nomina dei membri di una municipalità cui egli avea intenzione di stabilire. Egli avrebbe desiderato, è vero, di farvi entrare lo stesso doge, di sua propria vo-