DELLO STATO DI VENEZIA i8t ne, contavansi all’incirca 35oo uomini delle prime e n,ooo delle seconde. C’era mezzi da contrastare il passo, naturai-mente tanto difficile delle lagune, all’armata francese,con-tra cui Venezia avea a lottare corpo a corpo, nò quell’armata avea una barca sola per penetrare nella capitale. Il giorno 3o pervenne un rapporto dei commissari! deputati presso il generale in capo, che svelava l’esistenza di un progetto, qualunque si fosse, di mutare il governo. Fu opinato di tener tosto nelle stanze del doge uua conferenza composta di tutti i capi dell’ amministrazione, che ascendevano in tutti a quarantatre individui.il solo procu-rator Pesaro fu quegli cne proponesse di nuovo di allottare tutti i mezzi di difesa e di occuparsi essenzialmente del mantenimento della tranquillità di Venezia. Ma non era ancora finita la discussione, allorché si ricevette una lettera del comandante la flottiglia,che avvertiva aver di già i Francesi cominciati ad erigere trincieramenti nelle maremme confinanti colle laguno, ma che ove ne venisse autorizzato egli non avrebbe temuto distruggerle a colpi di cannone. Il quale avviso sparse la costernazione nell’ assemblea, la quale prima di sciogliersi diè facoltà all’ ammiraglio di porre in opera ogni mezzo per distorre il nemico dalla prosecuzione dei suoi lavori, incaricandolo per altro collo stesso dispaccio a trattare per un armistizio. Già nella sera erasi inteso a Venezia tra l’antiguardo francese che giungeva a Fusina ed alcune scialuppe della flottiglia veneta un avvicendato scoppio di artiglieria. La fatta mozione di inviar commissarii muniti di picn potere per trattar della pace non incontrò veruna difficoltà preliminare, ma fatea duopo sottoporla al gran Consiglio, dopo' scorsi otto giorni, come era dj legge. Mentre stavasi com- ftilando tale risoluzione, il procurator Pesaro annunciò colle agrime agli occhi che ci partiva per la Svizzera, essendo già decisa la sorte della sua patria. La maggiorità del senato, dopo aver lungamente esitato,fermò il principio di introdurre nel governo tutte quelle modificazioni che fossero necessarie per avvicinarlo gradatamente e senza scosse alle forme democratiche. Il gran Consiglio, -che, quale depositario del sovrano potere,^vea solo il diritto di prendere le misure importanti