La posizione del gen. De Giorgis 117 chosky, mentre quest’ultimo aveva con le sue parole lo scopo evidente di far capire ben chiaro che nulla -- assolutamente nulla — vi era di mutato. Cosi, mentre il nostro ministro magnificava coinè un grande trionfo della politica italiana la scelta li un generale italiano per il comando della Gendarmeria, dicendosi lieto fosse stata con ciò « riconosciuta all'Italia la posizione che le compete » il conte (ìoluchosky, prodigando i più grandi elogi ai nostri carabinieri per la prova fatta a Candia, toglieva a lale nomina qualunque carattere politico, dicendo, apertamente, come soltanto questo criterio tecnico fosse stata la ragione della scelta. Il generale De Giorgis, del resto, non tardò molto ad accorgersi della falsa posizione nella quale si trovava, ed è certamente strano che in Italia si sieno a-vute le prime notizie, diremo cosi ufficiali, dei molti incidenti nei quali la pazienza del generale fu messa a dura prova dalla pubblicazione di documenti inglesi. Dall'esame dei documenti del Ulne Hook sulla questione Balcanica, pubblicato nel 1904. si rileva come, a Costantinopoli, gli Ambasciatori d’Austria e di Russia abbiano sempre ostentato di fare ogni cosa senza mai consultare il Generale Italiano... Nemmeno nelle cose che direttamente riguardavano la Gendarmeria. Fu alla insaputa del Comandante iella Gendarmeria che i due Ambasciatori chiesero alH Porta di consentire all’aumento del numero degli uf-llciali europei. Il generale De Giorgis non fu nemmeno consultato sulla opportunità o meno di un tal«* passo! E, quando il generale dichiarò che. per il mo mento, non vi era assolutamente alcun bisogno 'li nuovi ufficiali per la riorganizzazione dHla Gendarmeria. gli Ambasciatori d’Austria e di Russia insistettero ugualmente nella loro domanda senza ten»“r