I.A CADUTA DEI FAVORITI enormi, alle quali ascendevano gli assegni per le spese segrete alle ambasciale, e specialmente a quella di Parigi, dove, da dieci anni, la Turchia era rappresentata da un uomo di fiducia personale; da quel Munir, che il nuovo Ministèro ha immediatamente destituito, e che, adesso, si fa intervistare, e pare si proclami egli pure un liberale! Munir pascià era l’uomo di fiducia di Abdul-llamid anche per la politica estera: il personaggio al (piale soleva affidare le missioni più delicate. Anche adesso, mentre erano già scoppiati i moti rivoluzionari in Macedonia, Munir pascià era in giro nelle capitali balcaniche, ed era stato ad Atene e a Belgrado per vedere di realizzare un’idea da tempo accarezzata da Abdul-llamid : quella di preparare un’alleanza con la Serbia e con la Grecia contro la Bulgaria. Munir pascià era il solo degli ambasciatori o ministri turchi all’estero che andasse a Costantinopoli, anche due o Ire volte all’anno, per conferire col Sultano sulle questioni di politica estera, e per rendergli conto personalmente del servizio di sorveglianza sui Giovani Turchi. Gli altri rappresentanti della Turchia, rarissimamente ottenevano il permesso di ritornare, anche per pochi giorni a Costantinopoli. Un ambasciatore, che fu a Berlino per moltissimo tempo, in ven-t’anni, non ebbe nemmeno una volta il permesso di tornare a vedere la sua famiglia e la moglie che aveva dovuto lasciare a Costantinopoli, poiché, solo in qualche rarissimo caso, il Sultano consentiva alle mogli dei diplomatici... di seguire il marito. Il Belgio, dove il suo Governo avrebbe voluto accreditare Munir pascià come cliargé d'a([aires, fece capire, in modo molto chiaro, a Costantinopoli che non era persona grata. Il che non ha impedito, avesse finito per farsi pian piano una certa posizione a Parigi. Chi era, e di