Ultimi tentativi 215 1 Vecclìi Turchi non hanno disarmato e non si sono completamente rassegnati al nuovo ordine di cose. Si vedrà col tempo di qual forza possano ancora disporre. Intanto, si sa, che, anche dopo la proclamazione della Costituzione, e malgrado l’entusiasmo della folla e le dimostrazioni di gioia di Costantinopoli, di Salonicco, di Monastir, di Smirne, di Adrianopoli e di tante altre città, qualche tentativo di reazione vi ò stato. Nella notte del 29, a Costantinopoli, ne’ ritrovi e ne’ caffè, che, in quel periodo, erano sempre affollati da gente che discuteva appassionatamente sugli avvenimenti, e commentava i primi atti del Ministero, si diffusero in città delle voci vaghe, secondo le quali delle nuove tendenze reazionarie si sarebbero manifestate a Ildiz Kiosk. Si raccontava che, da due giorni, fra il Ministero e le altre autorità macedoni, si era abbandonato l’uso di corrispondere con telegrammi in chiaro, e si era ripresa la corrispondenza in cifra. E ciò sembrò un pessimo indizio. Da persone in grado di conoscere le intenzioni del Governo, si assicurava, il Sultano avesse chiesto all’ispettore Generale Hilmi pascià, se non fosse possibile distruggere l’organizzazione dei Giovani Turchi, sciogliendola come un’associazione segreta. Ma, secondo la stessa fonte, Hilmi pascià avrebbe, su per giù, data la stessa risposta che aveva fatto pervenire al Sultano qualche giorno prima; che cioè, ogni tentativo in questo senso sarebbe stato inutile, dal momento che, in Macedonia, su tre milioni e mezzo di abitanti, tre milioni e mezzo sono affigliati al partito dei Giovani Turchi. Per quanto, in circostanze così eccezionali non sia facile controllare tutte le notizie che si propagano rapidamente, spesso ampliate e grandemente esagerate, codeste voci non erano del tutto prive di fon-