Vili INTRODUZIONE che hanno fuui.-t di autorevoli e bene informali. E fu allora che qualche organo della opinione pubblica in Italia, e particolarmente quelli che interpretano, di consueto per lo meno, il pensiero del Ministro degli Esteri, affrontarono modestamente la questione : taluno per dire che ciò che avveniva in Inghilterra ed in Russia, a proposito di quell'annunzio rappresentato poco meno che un fenomeno di suscettibilità patologica di fronte alle chiare, onesta o sincere dichiarazioni fatte nelle delegazioni austriache; e, qualche altro giungeva a questo : di temere che, dato il dissidio sollevato da quelle dichiarazioni, potesse l'Italia perdere la cooperazione del Cancelliere Aehrenthal! - Ed il favore, non personale, che mi permetto di chiederle, è questo : che egli veda di frenare, per quanto da lui dipenda, l'impeto di energia lirica di quella stazione ultrapotente che è rissata nel palazzo della Consulta e dalla quale senza Fine si irradia, in ogni occasione, e più particolarmente in queste occasioni, in ogni angolo della Penisola il convincimento che egli ò tanto fortunato, e che noi siamo tanto felici. « Non dico questo perchè a me dolga che giungano inni ed allori al suo seggio di ministro. Non sarò mai, grazie al cielo, un suo competitore. « Dunque, on. Ministro degli Affari Esteri, il dovere reciproco in un'ora come questa, mi paro che si possa stabilire cosi : non possono, non deb-oono i deputati, i quali abbiano la coscienza del loro officio, per compiacere a un desiderio di popolarità, pronunziare parole aspre e suscitatrici : ma non debbono i ministri, i quali non sieno preoccupati, ni* della loro transitoria tranquillità, nè della loro vanità, nè del loro amor proprio come chiamar si voglia, consentire che parole troppo lus ngatrici, e troppo ad-dormcntatriti si diffondano, approfittando della naturale ignoranza, che, spesso, in argomento di tale natura, hanno, non solo le masse, ma anche, pur troppo, le classi dirigenti del nostro Paese. Parole dure tanto per il Ministro che per la Camera, che non ebbero, nel paese, tutta l’eco che meritavano, anche, per la ragione molto semplice, che nei resoconti dei giornali, e anche in quello sommario che dalla segreteria della Camera si comunicò man mano alla tribuna della stampa, furono pietosamente soppresse o riassunte in modo da diminuirne il significato. L'on. Barzilai non si mostrò entusiasta di questa linea che chiamò la •• ferrovia delle nazioni » paragonandola un po’ all'ultimo atto del ballo Excelsior. Secondo l’on. deputato, ha per noi una assai maggiore importanza la linea Vallona-Monastir. Un po' per rispondere a questo oratore, un po’ con l'intenzione di porre in rilievo l’opera propria come se l'accordo sulla linea Danubio-Adriatico fosse stato un successo ottenuto attraverso difficoltà che sembravano insormontabili, l'on. Tittoni si è compiaciuto, da unu parte, ad esagerare coteste difficoltà, e dall'altra, a far