188 LA RIVOLUZIONE del Oran Vizir non ha preso il largo. Altre manifestazioni si ripetono, laggiù, lontano dal centro di Costantinopoli, alla sede dello Scheik-ul-islamato dove lo Scheik-ul-Islam presta giuramento di difendere e rimaner fedele alla Costituzione sul Corano, fra le grida d’entusiasmo. La nota caratteristica di queste dimostrazioni, quello che più impressiona, è l’affratellamento tra Mussulmani e Cristiani. Mentre i telegrammi annunziano il ritorno di Fuad pascià, e si prepara una solenne accoglienza al valoroso soldato che è stato proscritto per aver protetto e salvato degli Armeni all’epoca del massacro, una mesta ed impressionante cerimonia ha luogo nel cimitero ove riposano i resti mortali delle vittime di quella immane carneficina. Una delegazione di Giovani Turchi depone delle corone di fiori su quelle tombe, e il loro capo pronunzia un discorso vibrato cont ro gli autori dei massacri, domandando agli Armeni che non vogliano far risalire al popolo turco le responsabilità di quell’eccidio, che una bieca e triste politica, alla quale il popolo era estraneo, Ha potuto rendere possibile. Il giorno dopo, una cerimonia religiosa per le vittime armene, ha luogo nella chiesa Gregoriana della Santissima Trinità. E, in prima fila, vi assistono degli ufficiali turchi, in grande uniforme, i Delegati del Comitato Unione e Progresso e un Ciambellano come rappresentante di S. M. il Sultano! Tutti predicano 1’ oblio di un triste (tassato, la fratellanza fra le diverse azze e le varie religioni! Più ancora che a Costantinopoli, è stato meravigliosa questa concordia, a Salonicco, dove, fino al giorno prima, la lotta di razza era vivissima, e dava occasione, quasi ogni giorno, a conflitti e a delitti.