88 torio Taksim pascià, che divide con Izzet la fiducia del Sultano, ha dovuto dormire per molto tempo, e sempre pronto ai cenni del padrone, come un cane di «uardia, su di un giaciglio, nella stanza vicina a quelle di Ahdul-Hamid. Intorno a sè il Sultano vuole gente sempre pronta ad obbedire cecamente; e non tollera velleità d’indipendenza nè d'iniziativa. 1 suoi ministri, gli alti funzionari, hanno un certo potere, se ed in quanto riescono a persuadere il Sultano: meglio ancora ad insinuare abilmente nell’ animo suo la necessità di prendere questa o quella misura. Tutto deve emanare da lui, anche nelle più piccole cose. Naturalmente, volendo veder tutto, volendo far tutto da sè, malgrado nelle lunghe notti insonni spogli molti dei voluminosi incartamenti ohe «li preparano i suoi segretari, il Sultano a tutto non può arrivare: ed è n quella parte che sfutrire alla sua diretta decisione che si sbizzarriscono, con la complicità di questo o di quel ministro, i favoriti... e le clientele che ciascuno di essi ha intorno a sè. Dei ministri ve ne sono di quelli dei quali non sì sente mai parlare. Altri invece hanno una certa influenza. Ma sempre molto relativa, poiché, nelle cose di qualche importanza nulla possono fare senza istruzioni e ordini dal palazzo. E sono, manco a dirlo, i personasgi più sorve«liati e più spiati dell’impero. Tanto che. in generale, vivono ritiratissimi cercando di avere le minori relazioni possibili, non solo con «li europei, ma anche fra di loro!! Se un ministro va a casa di un suo collera, è certo che. nn’ora dopo, la cosa è risaputa a palazzo, dove è commentata: e se il ministro ha dei nemici, verrà rappresentata anche al Sultano come un atto sospetto che potrebbe farlo anche cadere in disgrazia. Quindi, dì rado, i