UN REGIME SCOMPARSO. dinamite, lino alla sentenza di morte pronunciata contro il povero pappagallo, sono innumerevoli, come ho detto, le storielle che si raccontano a Costantinopoli sulle paure di Abdnl Hamid e sulle sue manie. Molte, naturalmente sono forse inventate, o sono talmente inverosimili da farle ritenere tali. Ed è per questo che non so resistere alla tentazione di raccontare qualche cosa, che sarebbe anche a me sembrato inverosimile, se non avessi veduto coi miei occhi, la casa rovinata... per un ordine dato dal Sultano maniaco. A poca distanza dal palazzo dell’Am-basciata di Germania, che sor^e nella parte alta della città, vi è un gruppo di case abbastanza ben costruite, e affittate, in genere, ad Europei. Una di tali case appartiene ad un ricco armeno, il quale, sul tetto, aveva fatto costruire una specie di terrazza con un giardino pensile, dalla quale si godeva la splendida vista del mare da una parte, e, dall’altra, quella di quasi tutta Costantinopoli, fino alle colline di Ildiz Kiosk. Vi è stato qualche spia che ha fatto sapere a Palazzo come, con un buon cannocchiale, dal terrazzo della casa dell’armeno, si potevano forse anche distinguere le persone nei giardini di Ildiz Kiosk. È bastato questo, perchè la Polizia desse al proprietario della casa, l’ordine di alzare immediatamente un muro da quella parte della terrazza, e prescrivendone l’altezza, onde impedire che a qualcuno venisse la tentazione di guardare col cannocchiale dalla parte di Ildiz Kiosk. Si trattava di cosa avvenuta da pochi giorni, quando me la raccontarono, qualche mese fa, amici miei, ai (piali ero stato a far visita, in una casa poco discosta e dalle cui finestre si vedevano ugualmente, in distanza — per lo meno tre o quattro chilometri se non di più — le colline di Ildiz Kiosk. Ed erano assai preoccupati, pensando