L'opera degli ufficiali italiani 155 scerlo, di salutate un italiano, che ha osato venire fin qui a salutare i nostri ufficiali. Dico osato, non perchè, a parte la noia e il disagio di dieci ore di ferrovia e la seccatura di dover dormire in un albergo che, pur chiamandosi pomposamente Hòtei Royal, ha dei letti che rammentano gli angareb abissini, vi sia il menomo pericolo a fare questo viaggio, ma perchè, in quattro anni, dacché abbiamo qui i nostri ufficiali, credo di essere il terzo italiano (a parte quelli che han dovuto venirci per il loro ufficio) capitato quassù. Mentre ci vengono abitualmente turisti inglesi, tedeschi, e anche qualche francese, fra i quali vi è sempre qualche giornalista od uomo politico. Il che spiega come nei rispettivi Parlamenti e nella stampa si discutano con un po’ più di conoscenza di causa le questioni della politica orientale. Personalmente. ho tanto più desiderato di venire a Monastir. in quanto che, non solo in tutta la Macedonia, ma in Bulgaria, a Costantinopoli, in tutta la Penisola Balcanica, quando si parla dei nostri ufficiali, si sentono fare i più grandi elogi. Ne parlano con la più sincera ammirazione anche i diplomatici dei paesi che hanno fornito, al par di noi, degli ufficiali per la gendarmeria macedone, tutti d’accordo nel riconoscere lo zelo, l’attività, l’abnegazione degli ufficiali italiani. Senza far torto nè menomare il merito degli altri, è un fatto che gli ufficiali degli altri paesi hanno preso la cosa con molta maggiore disinvoltura. Gli ufficiali russi, i quali, fra parentesi, ricevono, oltre quello turco, degli stipendi profumati dai loro Ministeri della Guerra e degli Esteri, anziché risiedere sempre nel distretto loro assegnato, preferisco no farvi solamente delle gite, e rimanere la maggior parte del tempo a Salonicco; gli inglesi fanno delle frequenti partite di caccia, e quando possono.