Il paese della «reclame » 371 miuislraziouo austro-ungarica — e anche ¡11 questo potrebbe continuare il paragone e il ricordo — de) bene ne ha fatto. Non certo, però, quanto amava si dicesse dal suoi compiacenti ammiratori e dai giornali di Europa il Kallai che, per lutto questo servizio, spendeva con la più grande larghezza e, secondo i quali, la Bosnia e l’Erzegovina erano diventate u:i vero Eldorado sotto il nuovo regime. Si sono fatte strade e ferrovie; l’industria e il commercio hanno preso un certo sviluppo, e specialmente le città principali hanno preso un aspetto moderno e civile. Vicino a Serajevo vi è perfino uno splendido campo di corse, nel quale si disputano premi abbastanza forti, dinanzi a un pubblico nel quale 11011 manca una certa società elegante! li Kallai teneva molto all'apparenza, per cui aveva concentrato la sua attività nelle città dove passano i forestieri. Ma allontanandosi dalla ferrovia si va incontro però a delle grandi disillusioni... E spendeva largamente per la stampa in tutti i paesi: specialmente in Inghilterrra, in Francia e in Germania. Tanto che sotto il regime del Kallai le due provincie furono chiamate appunto per questo « il paese della reclame ». Il Kallai era abilissimo per la messa in scena e non si occupava solamente degli scrittori e dei giornalisti. Vi erano anche i diplomatici da convincere che tutto andava bene come nel migliore dei mondi nelle « provincie occupate » e che sopiti gli antichi odi di religione, erano tutti d’accordo nell’inneggiare alla saggia, paterna e previdente amministrazione Imperiale Regia... tal quale come dicevano prima del ’59 in Lombardia. Fino all’anno scorso era ambasciatore di Francia a Vienna il marchese di Reverseaux, uno dei più abili diplomatici