L'abolizione della tortura 271 Midhat pascià, come si è visto, aveva preferito una Costituzione difettosa al non averne alcuna. Ed è soltanto tenendo conto di questa circostanza, che può essere giudicata la Costituzione turca ora richiamat i in vigore, e della quale, il suo autore, o per lo meno chi le ha dato il nome, era il primo a non esserne soddisfatto. Intanto, appunto perchè si trattava di far presto, una quantità di disposizioni hanno un carattere vago ed indeterminato. Sono numerosi gli articoli, nei quali è detto, che la tale o tal’altra cosa, ripartizione delle imposte, scuole, violazione del domicilio, libertà di stampa, ecc., saranno regolate secondo la legge. Un altro articolo (il 31°) stabilisce le modalità con le quali un deputato può lagnarsi dell’opera di un ministro. Le modalità sono poi regolate in modo da rendere illusorio, o quasi, il diritto di interpellanza, dal momento che un ufficio — nominato dalla maggioranza — decide se la questione debba essere o no portata alla Camera. A tutta prima appare anzi strano, .come queste disposizioni relative al modo di funzionare della Camera e che quindi sono materia di regolamento, sieno sancite negli articoli della Costituzione. Ma, esaminando, con una certa attenzione il documento, si vede, non solo in questo articolo, ma in tanti altri, come sia stato la resultante delle due tendenze in lotta: quella del Sultano il quale voleva renderla effimera, e quella di Midhat che, ispirandosi alle carte costituzionali dei paesi liberi, avrebbe voluto a queste assomigliasse. È, per esempio, molto curioso il notare, come un articolo (il - 26°) stabilisca che « la tortura sotto tutte le forme è completamente ed assolutamente abolita» Articolo curioso in sè, e per la forma nella quale è redatto. Ma si capisce benissimo come Midhat abbia potuto insistere nel volerlo. Pro-