NEI i r. CAPITAI.] HAl.CANinir
<t;iil»ro difficoltà min lievi, vi è chi spora, un giorno Atene possa vincere Ira la concorrenza die sono destinale a (arsi Ira loro Brindisi e Salonicco. E già alcuni veilono la valigia delle Indie sbarcare al Pireo (il porto di Alene) come alla lesta di linea ferroviaria più meridionale da quesla parte dell'Europa.
  Si traila di prolungare la ferrovia Atene-I.arissa lino al cornine turco, e dal conllue turco alla linea Solonicco-Monaslir. Sono 111 lutto poche decine di chilometri di ferrovia, con un certo numero d'opere d'arte, è vero, ma che presentano difficoltà tecniche facilmente superabili. Naturalmente ci vogliono dei milioni, e per quanto, anche di tale ferrovia, come delle altre linee, si discorra molto da un po' di tempo, nu pare si sia ancora ben lontani dal metter mano alla sua esecuzione. Bruna di tutto, per la questione del capitale che occorrerebbe, anche quando la Turchia avesse dato una vera e propria concessione definitiva. Le stesse ragioni per le quali la linea è caldeggiata ad Alene (a parte la questione del tracciato che verrebbe poi. e nella quale la Turchia fa delle riserve fin d'ora dicendo di non poter accettare quello proposto dalla Grecia), sono quelle che determinano l'opposizione del Uoverno ottomano. Adesso per frenare l'elemento bulgaro, che la Turchia considera come il pencolo più grave, per controbilanciare l'influenza e la propaganda bulgara, la parola d'ordine a Costantinopoli è di cercare sin dove è possibile di lasciare fare ai Greci, e, magari, di unirsi alle loro bande contro quelle bulgare. Ma la Turrhu non può desiderare una linea ferroviaria che -arebbe la linea di penetrazione della propaganda «reca: di una ferrovia che i Turrhi chiamano già la ferrovia greco-macedone Vi è altresì una ragione «cono mica. Questa nuova ferrovia potrebbe far affluire le