Per dividere due paesi, serbi 3G7 ciò che la Russia le aveva consentito nel Trattato segreto: l’occupazione delle due provineie. Allora, come-oggi, una delle ragioni per le quali l’Austria volle assolutamente quella occupazione, fu il timore che potesse formarsi un nucleo compatto di popolazioni serbe fra la Serbia il Montenegro e quelle che già facevano parte dell’impero. Il Kallai che doveva diventare qualche anno dopo l’onnipotente proconsole imperiale nelle due provin-cie, in un celebre discorso pronunziato alla Camera a Pest, per persuadere gli Ungheresi, contrari alla occupazione, perchè temevano d’esser soffocati od essere sommersi, come dicevano, in un mare slavo, pronunziava allora queste parole : « L’occupazione della Bosnia e dell’Erzegovina, si « impone come una necessità geografica, e anche dal « punto di vista ungherese, poiché separa come un » cuneo il Montenegro dalla Serbia, tanto più col di-« ritto di guarnigioni nel Sangiaccato di Novi-Bazar « — rendendo così impossibile la formazione d’un «grande Stato Jugo-Slavo... » Non era possibile parlare più chiaro! Ed è stato sempre questo il programma della politica imperiale. Al Congresso di Berlino, per raggiungere tale scopo la diplomazia si era divisa le parti, e — cosa che fa una certa impressione il ricordare oggi, mentre è partita da Londra la protesta più vivace contro l’annessione formale delle due provincie — fu l’Inghilterra che fece la proposta di farle occupare dall’Au-stria. La questione fu sollevata dal plenipotenziario austro-ungarico; il quale richiamò l’attenzione dei suoi colleghi « sui pericoli che porterebbe in germe, a proposito della Bosnia e dell’Erzegovina qualunque soluzione che non offrisse garanzia di durata. « Interessata in prima linea, come potenza limitrofa — ag-