£90 UN REGIME SCOMPARSO. Dopo l’infelice tentativo di Alì Soavi (1), la sorveglianza intorno a Murad diventò ancora più rigorosa, e più numerose le sentinelle poste lungo la facciata del palazzo verso il mare, pronte a far fuoco su qualunque caicco, che, invece di passare al largo, mostrasse di volersi avvicinare... Continuamente in preda alla paura, Abdul Hamid vede nemici dapertutto. Subito, dopo pochi mesi di regno questa sua pusillanimità, questa sua diffidenza assunse le forme di una vera manìa di persecuzione. Ho già accennato, nelle brevi note prese a Costantinopoli, a che punto fosse giunta questa sua ossessione del complotto, dimostrando come a ciò fosse anziché cercare di guarirlo, gli avrebbero somministrat.' sostanze che lo hanno fatto peggiorare. Il mistero che per tanti anni, avvolse tutto ciò elio accadeva nel palazzo di Teheragan, potrà forse essere svelato dal figlio di Murad che con grande nobiltà d’animo dichiarò di non volersi separare dal padre suo e rimase con lui prigioniero fino ad ieri. Nel libro d*‘l Keratry è reso conto del colloquio eh \ nel gennaio del 1878, un suo partigiano ebbe con Murad. Questa persona trovò Murad in condizioni di perfetta salute. Fu soltanto colpito nel constatare come, in 'cosi poco tempo e in età ancora giovane l’ex sultano fosse incanutito. — Mio fratello, gli disse Murad, non ha altra preoccupazione che quella di impedire a me di risalire sul trono. questo che gl’impedisce di dormire, e non le preoccupazioni della guerra e la salute d’1 popolo. Si esagerano le vittorie e gli si nascondono le sconfitte. Il suo entourage rende ogni giorno più cupe le tenebre intorno alla sua persona. Tutti quelli che avrebbero potuto illuminarlo, correggere, i suoi giudizi, li ha esiliati o deportati o chiusi nelle prigioni. Il suo interlocutore avendo manifestato il desiderio di rivederli» sul trono, Murad gli rispose : — Tocca al popolo che mi ha lasciato imprigionare come un delinquente di venire a spezzare le mie catene. Tocca al popolo di dichiarare che debbo riprendere il mio posto.. Quanto a me, non farò un passo per fuggire... (1) Il 20 maggio del 1878 un centinaio di congiurati condotti da Ali Suavi, un softa che era stato precettore di Abdul Hamid, e che, cacciato da quest’ultimo, era diventato un fanatico partigiano di Murad, riuscirono ad arrivare fino alla stanza dove riposava l’infelice ex sultano. Ma Murad. non credendo forse nella serietà del movimento ed alla sua riuscita, rifiutò di seguire Ali Suavi, che voleva trascinarlo fuori e farlo proclamare nuovamente come il sultano legittimo. L’esitazione di Murad diede tempo alle persone alle quali Abdul Hamid aveva affidato la sorveglianza del fratello, di intervenire, e di far accorrere i soldati. L’ufficiale che li comandava diede ordine ai suoi soldati di gettare dalla finestra i congiurati che erano arrivati fino alla stanza di Murad. Gli altri congiurati; un centinaio circa, compreso il loro capo Ali Suavi, furono tutti trucidati. Alla sera quattro grandi imbarcazioni rimontavano il Bosforo per andare a gettare in mare i cadav ri.