La convenzione speciale pei Balcani che, ed è il reciproco impegno preso dai due Governi, impegno scritto nett'epoca nella quale vi era alla Consulta lori. Visconti Venosta, di mantenere lo slatu quo, e di avvertirsi reciprocamente onde mettersi d'accordo, qualora sopravvenissero circostanze per le quali, o fosse impossibile mantenerlo o sembrasse necessario il mutare qualche cosa. Evidentemente pensando a questa convenzione, che ha lo stesso valore del Trattato per le questioni alle quali si riferisce, pensando che, ancora nel 4 giugno di quest’anno l’on. Tittoni, confermava una volta di più come lo slatu quo fosse la base della nostra politica in Oriente con queste parole: «base incrollabile della nostra politica è e sarà il mantenimento della integrità dell’impero ottomano, e quando parlo di integrità non intendo fare nè restrizioni nò riserve » bisognerebbe supporre che l’Austria-Ungheria si fosse messa a fare una politica, come si può farla fra selvaggi, per supporre che, colla Germania alleata e con la quale è da tanti anni in rapporti veramente e sinceramente intimi, non abbia discusso intorno a questo suo progetto per l’annessione, e non ne abbia tenuto parola con l’Italia che, non solo è ugualmente alleata, ma con la quale, era proprio, per la questione dei Balcani, legata da un patto speciale : patto che, ripeto, ha lo stesso valore d’un vero e proprio trattato! L’Austria può aver fatto una politica audace, ma non al punto di arrivare a un atto di questo genere che a-vrebbe avuto lo stesso carattere della denuncia dell'alleanza, per la Germania, e più ancora per l'Italia data la convenzione. Nè deve stupire se la Germania, preoccupata della sorte dei suoi commerci in Oriente e del boicotaggio ctie colpisce i suoi prodotti nell’impero Ottomano, dica ora il contrario... lasciando però capire che alla Conferenza Europea