LA RIVOLUZIONE presentatasi a Parigi sotto le spoglie del profugo sfuggito alla persecuzione della polizia turca per le sue idee liberali, è stata scoperta prima che si mettesse all'opera. Il Gomitato li faceva sorvegliare, e, avuta la certezza si trattava di spie (parecchi furono scoperti mentre infilavano la porticina dell’Ambasciata ottomana e andavano a rapporto da Munir pascià) li metteva al bando, e li segnalava immediatamente a Bruxelles, al Cairo e a Ginevra, perchè non potessero andare in queste città ad esercitare il loro triste mestiere. Spesso la loro segnalazione era anche accompagnata da un’istantanea, onde evitare dubbi sulla identità della persona. Qualche volta, a pochi passi dall’Ambasciata dove andavano a riferire, hanno anche ricevuto come ricordo un discreto numero di legnate. Bisogna dire che, realmente, i Giovani Turchi avessero imparato a premunirsi perchè, malgrado le retate dalla polizia fatte in questi ultimi tempi, non è quasi mai riuscita a mettere le mani sui veri capi del movimento, e perchè, come si vede, malgrado tutta la sorveglianza, una organizzazione quanto mai vasta era riuscita a formarsi. Naturalmente i Giovani Turchi veri, non erano numerosi come si vuol far credere adesso. Sono certamente ora numerosi anche in Turchia quelli che, a Milano, si chiamano gli eroi della sesta giornata, e, a Roma, si dicono i liberali del 21 settembre. Ma è però un fatto che negli ultimi due anni si erano affiliati al Comitato Unione c Progresso, migliaia e migliaia di persone di ogni classe di persone. Le basi di questa società, furono gettate nel I89i, all’indomani dei massacri armeni, e per l'appunto nell’elemento militare e fu Hadji Ahmed funzionario al Serraskierato che ne accettò la presidenza. In bre-