Il brindisi dì Belgrado 365 ziato alle Delegazioni, aveva parlato deH’Austria-Un-gheria dicendo che doveva diventare sempre più una potenza balcanica. Il brindisi di Belgrado fu allora la risposta ai discorso del Kallai che aveva offeso cosi profondamente tutti i Serbi. Senza reticenze, senza vane circonlocuzioni, il principe Nicola, presente il Corpo diplomatico, cioè la rappresentanza di tutta l’Europa, rilevò il significato di quel convegno, e disse chiaramente che devono sempre essere pronti a combattere quei popoli che hanno ancora dei figli soggetti allo straniero. E dopo aver accennato apertamente ai serbi oppressi, rallegrandosi di trovarsi a Belgrado, ospite di Be Alessandro terminò dicendo : la Nazione che tutta quanta ci guarda, domanda l’unione e la concordia : se sapremo mantenerla, per conseguire gli alti ideali che dobbiamo avere in cima ai nostri pensieri, le ombre dei nostri grandi ci benediranno. (1) Sono ricordi oramai lontani, che con un profondo senso di tristezza e di sconforto si evocano ora in tutti i paesi dove vivono dei Serbi! La logica non ispira sempre le deliberazioni della diplomazia. La guerra del 1857 era stata provocata dalla insurrezione della Bosnia e dell’Erzegovina, quando, come semplice soldato, combatteva nelle file degli insorti che diedero le più grandi prove di valore, anche l’attuale Re di Serbia. Ad offrire il loro braccio per una così nobile causa, e sottrarre all’oppressione turca un popolo valoroso, era accorso anche un certo numero di giovani italiani che a quelle dure battaglie presero parte indossando la camicia rossa. L’Erzegovina che, orograficamente, è come il prolungamento del Montenegro, è considerata come (1) Vedi Al Montenegro di Vico Mantegazza — Firenze, Snccessori Le-monnier, 1896.