204 I.A RIVOLUZIONE stare, corno il famoso lzzet...Par di sognare! Eppure anche queste due cose che possono considerarsi corno la sintesi e nel tempo stesso l’indico della situazione e dello stato degli animi nella nuova Turchia, nella Turchia di domani vaticinata da Mihdat trent’anni fa e, più recentemente, dall'infelice Damad Mattinomi, sono avvenute! La rivoluzione è stata fatta dall’esercito. Il Comitato tìeWUnione e Progresso ha capito come fosse nel mondo militare che bisognava avesse la sua base, e come, senza avere l’esercito, sarebbe stata inutile qualunque tentativo. Centinaia e centinaia di ufficiali di tutti i gradi erano oramai affiliati al Comitato e aspettavano il momento d’insorgere. Le spie mandate per sorvegliare, chiamandole a far parte di questo o quel reggimento, erano subito segnalate, e qualche tragedia, la morte di piìi d’un ufficiale, della quale non si è saputo trovare la spiegazione al momento del delitto, ha avuto qualche causa. Due o tre mesi fa, un ufficiale turco che conosce discretamente l’italiano, venne spontaneamente a cercarmi all’albergo, in una città della Macedonia, per descrivermi lo stato di disorganizzazione nel quale ora oramai l'esercito, e per convincermi che un movimento di rivolta era latente e come non fosse possibile la situazione continuasse ancora così per qualche tempo. Le informazioni datemi da questo ufficiale e da un altro suo compagno di grado molto superiore, ma col quale era in intimità, e si vedeva chiaramente una specie di fratellanza, sono quelle che mi hanno servito appunto per tracciare il quadro della situazione, come mi apparve noi rapido giro fatto nell’Oriente Europeo nel maggio e giugno scorso. Ma lina descrizione chiara, efficace, della organizzazione del Comitato, e, sopratutto, del modo col qua-