Said pascià Gran Vizir 175 Europa per combattere i nemici della Turchia e dell’IsIam. In buona lede lo avevano credulo. Ma, appena a Salonicco, gli ufficiali sono messi al corrente di ogni cosa dai loro colleglli. Alcuni, del resto, erano già, sin da prima, ascritti al partito. I generali che debbono prendere il comando di queste truppe ed Hilmy pascià, informano il Sultano della gravità della situazione. A questo punto, — il 19 luglio — Abdul Hamid si decide a prendere il provvedimento, che si attendeva da parecchi giorni, e che è nelle tradizioni della politica turca: la destituzione del Gran Vizir, che non aveva saputo prevenire ed impedire la rivoluzione, e la nomina, in sua vece, di un uomo che gli sembrava potesse offrire maggiori garanzie di poter dominare la situazione. Malgrado i suoi settant’anni, Said pascià, l’uomo sul quale Abdul-Hamid fece cadere la sua scelta per farne il successore di Perid, è ancora vegeto e robusto. Said il piccolo (1) come lo chiamano a Costantinopoli per la sua statura, nato ad Ezzerum, di famiglia assai modesta, è stato successivamente segretario particolare del Sultano Ab-dul-Medjid, vice governatore in Siria, Governatore dell’Arcipelago e di Cipro, comandante il corpo d’Ar-mata, Ministro, e, finalmente Gran Vizir nel 1879. Caduto poco dopo in disgrazia, e pare per aver parlato con una certa franchezza al suo Sovrano, fu nuovamente Gran Vizir per tre anni, dal 1882 al 1885. Caduto nuovamente in disgrazia, e temendo di fare una brutta fine, chiese asilo e protezione all’amba-sciata inglese. Per quanto i mutamenti ministeriali avvengano sempre in Turchia bruscamente, e in modo inaspet- (1) Cosi chiamato anche per distinguerlo da un altro Said chiamato 1’« Inglese ».