Dal Conte Goluchowsky al barone Aehrenthal 377 clama col quale S. M. l’imperatore d’Austria ha dichiarato terra dell’impero le due provincie, e nelle sue buone disposizioni a rinunciare ai privilegi che per effetto dell’art. 29 del trattato di Berlino, l’Aii-stria lui sul porto di Antivari. Per il modo col quale si sono svolte le cose, appare più che mai evidente, che la nostra diplomazia è rimasta sorpresa, e che l’on. Tittoni è rimasto abilmente ingannato — diciamo pure la parola cruda, dal momento che si è evocato il ricordo dell’ingenuilà dell’on. Cairoti — dalla abilità melliflua del barone Aehrenthal. li Goluchowsky coi suoi modi arroganti, non dissimulava nemmeno nella forma di trattarti con una certa altezzosità i nostri ministri dogli e-steri. Quando Fon. Tittoni, chiamato da poco alla Consulta, si recò ad ossequiarlo ad Abbazia, su una nave da guerra, (caso senza precedenti,) e si presentò in tenuta di cerimonia, con la sua bella redingote e il cappello a cilindro, il conte Goluchowsky lo ricevette in tenuta di villeggiatura: in giacca. E, prima ancora che il nostro Ministro degli esteri fosse rientrato a Roma, per far vedere che non lo aveva punto impressionato la nave da guerra sulla quale aveva creduto di andargli a far visita, e per fargli capire ben chiaro, quanto poco valore avessero tutte le reciproche dichiarazioni di amicizia, fece dare l’annunzio dei nuovi crediti militari di 400 milioni. Dei quali 200 per la marina e per gli arsenali marittimi. L’Aehrenthal ha un temperamento tutto diverso. E sempre cortese nella forma. Ed avendo capito perfettamente quanto il nostro Ministro sia sensibile alla lode ed alle gentilezze, non ha mai mancato invece di cogliere occasioni per mandare il dispaccio gentile, per far fare dei grandi articoli nei giornali di Vienna, che inneggiassero all’abilità del Ministro