Un colloquio storico 263 l’anima della congiura e altri due ministri, per mano di un forsennato — un circasso che essendo stato aiutante di campo di Abdul-Aziz, volle vendicare a questo modo la morte del suo Sovrano — diedero una scossa terribile al sistema nervoso del nuovo Sultano. È oramai certo che, con una buona cura, ed un periodo di assoluto riposo, l’infelice Murad avrebbe potuto guarire. Ma la situazione non era tale da permettere che il Sultano si assentasse e si tirasse in disparte per qualche tempo. E Murad, anziché guarire, peggiorò. La situazione dopo qualche settimana era diventata gravissima, anche perchè, alla popolazione che non vedeva più il Sultano, si era insinuato, che, altri oramai governava in suo nome. D’altra parte, tutto il partito reazionario aveva ordito una congiura, e meditava la riscossa, contando sulle idee punto liberali attribuite ad Abdul-Hamid che, eventualmente, sarebbe stato chiamato a succedergli, ove, anche Murad fosse stato deposto come pazzo. Il ministero al corrente della trama, e convinto della impossibilità di contare su una sollecita guarigione di Murad, deliberò di parare il colpo, assicurandosi delle intenzioni di Abdul-Ha-mid. Midhat pascià fu incaricato di recarsi a Mu-slon-Ouglou, dove risiedeva l’erede presuntivo, per sapere, se i ministri potevano, nel caso, contare sulla sua adesione alle riforme e alla Costituzione. Se Abdul Hamid rifiutava di aderire alle riforme proposte da Midhat, il trono sarebbe stato offerto al fratello Rechad: l’attuale erede presuntivo. La signora Midhat (1) era stata incaricata di sondare il principe Rechad intorno alie sue idee relativamente alie riforme. (1) Vedi : opera citata del figlio di Midhat.