190 LA RIVOLUZIONE la popolazione a recarsi al Konak per la proclamazione della Costituzione. L’annunzio del grande avvenimento, alla città festante, è stato dato da Ililmy pascià, il famoso Ispettore Generale delle Riforme. Dall’alto della scalinata del palazzo del Governo egli dà lettura del dispaccio direttogli dal Gran Vizir. « Per appagare il desiderio del popolo e per ordine di Sua Maestà il Sultano, la Costituzione promulgata nel dicembre 1876, che era stata sospesa per certe ragioni, viene di nuovo accordata. L’assemblea generale (Senato e Camera dei deputati) potrà riunirsi nei termini prescritti dalla legge ». Finita la lettura, un grido di vittoria si alza dall’enorme massa di popolo, il quale, dopo un altro discorso, si dirige lentamente verso gli altri quartieri della città, gridando: «Viva la libertà, viva la patria, viva la costituzione, viva l’esercito!» Ma le dimostrazioni non sono finite. Sono anzi appena incominciate. Tutta la popolazione è nelle vie : cittadini e soldati s’abbracciano. Gli stranieri, Italiani e Francesi specialmente, sono dagli ufficiali invitati nei caffè ai loro tavoli. Nella dimostrazione camminano gli uni vicini agli altri, stendendosi la mano, Rul-gari Greci e Serbi, che il giorno prima, si guardavano l’un l’altro come nemici inconciliabili. Il Comitato dei Giovani Turchi è riuscito ad ottenere questo miracolo, e ne farà uno più grande ancora, qualche giorno dopo ottenendo di far venire a Salonicco le bande greche, bulgare e serbe della Macedonia, che, riconciliandosi e deplorando il sangue versato, si uniscono al grido di «viva la libertà, viva la Costituzione! La rapidità del successo, e l'abilità con la quale i Giovani Turchi hanno saputo organizzare la rivoluzione, e fare negli scorsi anni una cosi efficace