L'ÌUalia e la Turchia xv che desiderava avere come aiutanti nella sua Casa Militare, o ai quali desiderava affidare incarichi speciali per l'istruzione del suo esercito. Ma la politica dell’amicizia con la Turchia sotto il cessato regime, era la più difficile: quella che richiedeva maggiore tatto e maggiore abilità. Poiché tutte quelle cortesie, e le decorazioni distribuite a ceste, ai diplomatici, agli ufficiali, persino ai semplici marinai delle navi da guerra, non tianno — non avevano col passato regime — che una importanza molto relativa. Guai all’ambasciatore che le prendeva troppo sul serio e che, da questo contegno del Sultano, si lasciava disarmare e persuadere! Con Abdul ilamid non era possibile che la politica dell’amicizia... energica. Quella seguita dalla Germania, e che ,per un certo tempo, ha seguito anche la Francia. L'unica con la quale si potesse ottenere qualche cosa. Ma, per fare questa politica, ci vogliono diplomatici di primo ordine e che abbiano, sopratutto, un certo prestigio personale e dell'esperienza. Alla Consulta non si è mai voluto comprendere che, per queste circostanze eccezionali, e avendo da fare con un Governo assoluto e tiranno, il posto di Costantinopoli é stato fino ad ora — e lo sarà ancora adesso sotto un altro aspetto — il più difficile e il più delicato: quello nel quale tutto è forzatamente lasciato a l'iniziativa del-l’Ambasciatore. Ai nostri rappresentanti nelle altre capitali il Ministro può dare delle istruzioni, consigliarli a dirigersi piuttosto a questo che a quel personaggio, a fare qualche passo verso la tale o tal’altra persona, a prendere una via piuttosto che un'altra per persuadere il capo del Governo o il Sovrano. Ma non poteva da Roma sapere se era meglio che il nostro Ambasciatore si rivolgesse a questo piuttosto che a quel favorito, e se, magari, in una data circostanza, la persona che avrebbe potuto esercitare la maggiore influenza presso Abdul Hamid, fosse il Grande eunuco, o il Pascià che aveva mandato in dono una bella circassa per l’harem imperiale! F. per questo che tutte le altre Potenze mandano, generalmente a Costantinopoli, i loro più provetti e più abili diplomatici. Da noi, come ho detto, tranne l'epoca nella quale abbiamo avuto il Blanc del quale è rimasto cosi vivo il ricordo nella Colonia per la signorilità con la quale si riceveva allora all’ambasciata d’Ra-