306 L'ANNESSIONE DELLA BOSNIA ERZEGOVINA. nostri interessi. Che cioè, dal momento che — sebbene amici ed alleati — l’Austria da anni e anni si premunisce contro di noi per qualunque eventualità, altrettanto avremmo dovuto fare noi pure. E poiché non potevamo seguire l’esempio spendendo centinaia di milioni per accrescere le nostre forze militari, a maggior ragione avremmo dovuto cercare di stringere sempre maggiori amicizie con quei paesi che ai contini orientali dell’impero possono nel giorno di un conflitto, se questo dovesse scoppiare, dare un aiuto efficace. Non fosse altro costringere l’Austria a tenere da quella parte due o tre, forse quattro corpi d'esercito |>er sorvegliarli. Le alleanze geografiche sono quelle che finiscono per imporsi, ed allo stesso modo che si sono date la mano la Francia e la Russia con quella che fu chiamata per l’appunto l'alleanza naturale, l’alleanza geografica, avremmo dovuto noi pure dare la mano, se non per stringere un'alleanza, per una tacita intesa con popoli che, dall’altra parte dell’impero hanno, come noi, dei connazionali soggetti alla Corona degli Asburgo, popolazioni che guardano anche esse con dolore verso le terre irredente, che aspettano il giorno di riunirsi alla patria, a paesi insomma che, purtroppo, hanno, come noi, tutto da temere dalla politica e dalla invadenza austro-ger-manica. Se non si voleva tener conto dei sentimenti, bisognava seguire questa linea di condotta anche pensando solamente agli interessi, e l'affrettata accettazione dell'annessione della Bosnia e dell’Erzegovina — con l’aggravante di compensi pattuiti che ci fa passare come complici dell'Austria in tutto il mondo jugo-slavo — è stata una politica dissennata che ha iilTeso a un tempo e i nostri sentimenti più saeri e i nostri interessi più vitali mettendoci contro tutta I' Europa.