La politica dei colloqui e delle visite fra ministri 389 nacciosa che mai, per una rivoluzione trionfante in Turchia, e che il nostro paese avrebbe finito per trovarsi in una posizione così diffìcile, delicata, completamento isolato, malgrado la intimità delle sue relazioni con alleati ed amici, tanto magnificata, specialmente in questi ultimi due o tre anni. Ma, per coloro che hanno seguito quotidianamente lo svolgersi di una politica incerta, senza direttiva, appagantesi solamente di vane apparenze, non poteva esservi dubbio, pur troppo, che, in maggior o minor misura, la disillusione non poteva tardare e che i fatti avrebbero dimostrato, una volta di più, che la politica dei colloqui, delle visite e dei garden party non può condurre ad alcun resultato, quando a tutto questo non vi ò il substrato di una preparazione necessaria. Malgrado i comunicati diramati alla stampa li Europa all’indomani di tutti i colloqui, che ripetevano l'eco delle reciproche dichiarazioni, constatanti immancabilmente la intimità delle relazioni dei due paesi e la perfetta identità di vedute anche nella questione Balcanica, era evidente per tutti coloro che non si lasciarono prendere dalle abili arti addormen-tatrici del Ministro degli esteri Austro-Ungarico, che la situazione non era affatto mutata. Le relazioni tra l’Austria e l'Italia sono sempre rimaste quelle che un diplomatico francese ha caratterizzato cosi bene, qualche anno fa. dicendo che l’Austria e l’Italia si sono alleate... per non farsi la guerra. Ond’è che il nostro coidegno, le nostre relazioni col vicino impero avrebbero dovuto avere sempre un certo carattere di riserbo; specialmente quando si tien conto dei molteplici incidenti che dimostrano continuamente, sia che si traiti dei nostri poveri fruttivendoli scacciati da Vienna o degli italiani basto-