Il bacino carbonifero 97 lia che l'antagonismo — o il dissidio se la parola antagonismo può sembrare troppo forte — si manifesta sopralutto, qui a Costantinopoli, da un po' di tempo, fra gl'interessi francesi e gl'interessi italiani Ma non davvero, come è stato dello da qualche giornale francese, ai quale il Corriere delle sera ha fatto bene a rispondere vibratamente, perchè l'Italia e i suoi diplomatici abbiano orditi degli intrighi, ma sopratutto perchè un gruppo finanziano francese, qui a Costantinopoli, avrebbe preteso che, solo perchè alcune imprese italiane disturbavano i suoi piani di accaparramento e di monopolio del grande bacino carbonifero di Eraclea, il Governo Turco, con dei ven soprusi, manomettesse i diritti dei nostri connazionali. A descrivere tutte le fasi e le sorprese per le quali è passato questo affare di Eraclea, che forse ce ne nserba ancora delle altre, anche uccennirdo solamente alle questioni complicatissime di diritto che sono state sollevate da tutte le parti, ci vorrebbe addirittura un volume. Mi limiterò quindi a riassumere il più brevemente possibile. Il bacino carbonifero di Eraclea che pare abbia una superficie di circa 300 chilometri quadrali, secondo alcuni, e dì 500 addirittura, secondo altri, si trova alla distanza di circa 120 chilometri da Costantinopoli sulla costa asiatica del Mar Nero, e rappresenta una delle più grandi ricchezze minerarie della Turchia. Tutti sono d'accordo nel riten re che sfruttate con i mezzi adatti, le miniere di Eraclea possono gettare quotidianamente sul mercato una quantità enorme di carbone. Del resto, gl'inglesi, fino all'epoca della guerra di Crimea, avevano rilevato l'importanza di tali miniere, e del carbone di Eraclea si sono serviti per le loro navi, cercando di M.nwm, Twnkim ttòrml». 1