l'annessione della Bosnia Erzegovina la culla, la. terra sacra della patria serba, perchè è il pause nel quale si parla con maggiore purezza e culi migliore accento la lingua, che ha una ricca letteratura, e che, per qualche tempo, divise con l’italiana, l’onore d’essere la lingua della diplomazia nelle traI-tative con la Sublime Porta. E tanto la Bosnia che questa provincia, che fu chiamata la Toscana dei Serbi, anziché riacquistare la libertà furono date « da occupare e da amministrare » all’impero austro-ungarico! La Russia aveva già abbandonato al loro destino questi paesi serbi prima della guerra. Facendo varcare il Pruth ai suoi eserciti, essa aveva già dinanzi a sé, chiaro e preciso il programma di creare un grande Stato nuovo, che, dovendo tutto alla Russia, avrebbe cecamente obbedito — almeno così sperava — agli ordini di Pietroburgo, mentre i Serbi avevano più volte mostrato di non volere essere un cieco strumento in mano sua. D’altra parte aveva creduto prudente assicurarsi la neutralità dell’impero austro-ungarico. E prima della guerra fu concluso fra Pietroburgo e Vienna un trattato segreto del quale si ebbe notizia soltanto parecchi anni dopo, quando il principe di Bismarck ne rivelò l’esistenza in un discorso al Reichstag che produsse una profonda impressione. Con quel trattato era stabilito che, dopo la guerra, la Russia avrebbe lasciato mano libera all’Austria in quelle due provincie! 11 patto si trovò, naturalmente, annullato quando l’Austria prese contro la Russia un atteggiamento ostile, e, d’accordo con l’Inghilterra, fece convocare il Congresso per togliere alla Russia gran parte dei frutti delle sue vittorie. Ma, la politica dell’impero arrivò per altre vie ad ottenere ciò che voleva, ed ebbe palesemente e in forma chiara dall’Europa