Una lettera del Ministro Milovanovich 359 nel Sangiaccato, alla quale faceva eco quella dei Serbi e dei Mussulmani della Bosnia e dell’Erzegovina, rappresentò fino dai primi giorni dopo la proclamazione della Costituzione il pericolo forse più grave della situazione. Come avevo scritto al Ministro degli esteri bulgaro per chiedere quale fosse il suo avviso sulla nuova situazione, scrissi, rivolgendo le stesse domande, al signor Milovanovich -- il simpatico ex-ministro di Serbia a Roma che, aspettando di diventare, come fu stabilito negli accordi per la soluzione dell’ultima crisi ministeriale, presidente del Consiglio, è attualmente ministro degli esteri — per domandargli lo sue impressioni sulla situazione, dal punto di vista serbo. La lettera che gentilmente mi indirizzò, da Carlsbad, dove era andato a passare un paio di settimane in riposo, non rivela, naturalmente, dei segreti di Stato: nè certo questo io gli aveva chiesto; ma, mi pare abbia la sua importanza, se non altro, perchè dimostra,come la politica del Gabinetto di Belgrado intendesse agevolare l’opera dei Giovani Turchi, e ritenesse tale linea di condotta la più confacente agli interessi del Regno. Nella lettera che qui riproduco, il signor Milovanovich conferma, del resto, le sue dichiarazioni alla Scupcina che ebbero un’eco simpatica a Costantinopoli. «Fiducia e buone speranze; — mi scriveva alla fine di agosto il Milova-novich — e^co la parola d’ordine che parie dall’Europa, domandando che, qualunque atto che possa non solo dcravller, ma anche solamente derangrr il nuovo regime turco sia sospeso. Ebbene, noi accettiamo, senza riserve questa parola d’ordine, e aggiungerò anzi, che facciamo voti per il successo pieno ed intero dell'opera iniziata dai Giovani Turchi. «Si dove dire per questo che il nostro ottimismo è senza limiti e che vediamo il ciclo dell’avv mire senza nubi? Ciò non ò possibile. Hèìas! Siamo in una posiziono che non ci permette di ingannarci sulle difficoltà grandi e piccole che aspettano i Giovani Turchi nel compimento della loro opera rigeneratrice. E sappiamo anche che le complicazioni che potessero sorgere in caso di insuccesso, trascinerebbero necessariamente la Serbia, come gli