198 LA RIVOLUZIONE affatto un pretendente al trono. Lavoro unicamente per rialzare le sorti del mio paese, contribuendo, per quanto posso, a svilupparvi le idee favorevoli alla causa del progresso e della civiltà. Nelle circostanze attuali, questa causa mi pare inseparabile da quella dell’ crede legittimo dell’ Impero, il Principe Rc: chad (1) ». Ma Sabaheddine ha dovuto la posizione, che ha avuto nel partito e nel comitato di Parigi, sopratutto alla venerazione della quale è circondata la memoria del padre suo, il compianto Damad Mahmoud pascià. Con gentile pensiero, i Turchi residenti a Parigi, qualche giorno dopo la proclamazione della Costituzione, sono andati a deporre fiori e corone sulla tomba di quest’uomo, che fu per molti anni uno dei loro capi più venerati (2). Damad Mahmoud pascià era figlio del grande ammiraglio Halil pascià, e aveva sposato una delle figlie del Sultano Abd ul Medjid, la principessa Seniah Sultane, sorella quindi di Abd ul Hamid e di Rechad, erede presuntivo al trono degli Osmani. Uomo di costumi rigidi, di una scrupolosa onestà e pat riotta ardente, nei primi anni di regno del cognato, cercò di consigliarlo, di persuaderlo dell’errore che com- (X) Ai primi di settembre il principe Sabaheddine ritornò in Turchia accompagnando la salma del compianto padre suo. La popolazione fece al Principe una dimostrazione entusiastica. Otto vapori con parecchie migliaia di persone andarono incontro al Principessa Maria, vapore della navigazione rumena» sul quale viaggiava il principe e. la salma di Damad Mahmoud. L’indomani la salma di Mahmoud fu trasportata con gran ]H>mpa al cimitero di Eyub dove vi sono le tombe della famiglia impe-riale. Al funerale partecipò Gievad pascià come rappresentante del Sultano. (2) 11 Principe Sabaheddine rientrato in Turchia ha subito manifestato il proposito di prendere una parte attiva alla vita politica del suo paese. Sarà assai probabilmente una delle figure più spiccate, un capo partito nella nuova Camera. Egli ha anzi inaugurato in certo modo la campagna elettorale pronunziando il pubblico — in un teatro — un grande discorso politico che è stato considerato come il suo programma come candidato, affermando la necessità di un largo decentramento amministrativo, unico mezzo, egli disse, per dare una salda compagine all'impero.