82 A COSTANTINOPOLI « alcuna aonogliunzu. bonza, couture che se ha paura delle lettere, ciò che £li ispira addirittura terrore sono i pacchi postali, cui quali — ed è già accaduto — ben inteso ad insaputa degli ullici 4- si può anche lare entrare della dinamite! I.u posta e per il Sultano, e per la poliziu che da lu. dipende direttamente, un grande mezzo di spio* ,taggio. I.o sanno tulli i funzionari, ed è quindi naturale cerchino, quando possono, di eludere tale vigilanza, almeno qui a Costantinopoli, servendosi essi pure delle poste estere. Ben inteso con molla prudenza, non facendosi cioè mai vedere nè a ritirare, nè a mandare una lettera. Nell'Asia Minore, per garantirsi, i funzionari ricorrono a una quantità di sotterfugi. Generalmente fanno indirizzare le lettere a terze persone che mutuilo continuamente. 1 governatori, gli alti funzionari, sanno benissimo, che le lettere dirotte ai loro indirizzi, invece di essere »n-slradale... sono mandate ul Palazzo. Dove, spesso, rimangono dimenticale, se il Sultano o chi per lui le ha trovale inconcludenti, o che possono invece farli cadere, da un momento ull ullro in disgrazia, se una parola, una Irase, è stata interpretata come poco ortodossa, o se, magari suggestionato da u.i nemico del destinatario, 1’ entourage del Sultano riesce a far mettere ut dubbio la sua fedeltà e a sollevare sospetti. l*el resto, alla posta centrale turca, non fanno nessun mistero del loro cabinet noir, nel quale si procede all apertura delle lettere, e può capitare benissimo, anche a chi vada negli uffici per presentare qualche reclamo, di vedere la stanza dove a diversi tavoli sono seduti impiegati dì Dducia, che leggono varie lingue, per mandare poi a palazzo le traduzioni delle lettere, aperte a un altro tavolo, sul quale vi è un