XXII INTR0DI ZIONE era naturule fosse assunta da noi la protezione delle missioni italiane, che avevamo anzi il dovere di approfittare delle circostanze, non bisognava perù aver l'aria di far questo contro la Francia, e meno che mai di dargli il carattere di un successo personale contro il Constana. Tantopiù vedendo come all'ambasciata di Francia si comprendesse perfettamente il danno che gli avvenimenti di Parigi potevano fare all'influenza francese in Oriente, e vedendo, come, malgrado l'ateismo ufficiale della Repubblica, il suo rappresentante diplomatico continuava a frequentare la chiesa del St. Ksprit, e a recarvisi con una certa pompa, in grande uniforme, e occupando con tutto il personale dell'ambasciata il pu-sto ad essa riservato nelle circostanze solenni. Fu questo atteggiamento dell'lmperiali che fece sorgere qualche malumore anche fra la colouiu italiana e la colonia francese che poi si acuì a proposito della questione di Eraclea. Ito già detto come, per conto mio, abbiano assoluta-mente torto coloro che rimproverano al Governo nostro e ai suoi rappresentanti di aver seguito questa linea di condotta, e come trovi senza buse a campagna mossa contro il Tittoni accusato di clericalismo. Ma, non posso u meno di convenire che per mancanza di tatto, tanto a Roma che a Costantinopoli, si è dato esca a queste accuse, e si è fatto di tutto per dare corpo alle ombre. Una delle cose che, per esempio, hanno contribuito a creare questa corrente d’opinione è stata la nomina del marchese Theodoli come rappresentante dei portatori italiani nel Consiglio dellu Delle Ottomane. Si tratta di una sinecura largamente retribuita e della quale il nostro Governo può disporre {U. A parte il fatto che fece una pessima impressione di vederla dare a un giovane il quale non aveva precedenti di nessun genere, mentre sarebbe naturale che simili posti, quando non si esige una capacità speciale, fossero dati a chi ha reso del servizi allo stato, fu, a suo tempo, severamente commentato che si fosse proprio andati a scegliere chi nou aveva fatto nulla |>er il nostro paese — e non (1) I-a nomina, in realtà, è (alla 'Ulla fammi di Commwcio. ma ri v» rlir U fammi Ani»-« «emprr prf rlnctm il randiilalo drl BniffUii. Uri rr*lo. il prwidrnl« della Camera è U remo. Romolo Titloni. Irrito l'uoinnnto del Ministro.