25-i I.A COSTITUZIONE DI MIDHAT volle ritornare all’antico, ristabilendo il vecchio cerimoniale accompagnato dalle prosternazioni fino a terra, da parte di coloro che erano ammessi alla sua Imperiale presenza; volle che, dirigendosi a lui, i suoi sudditi, i suoi ministri adoperassero il linguaggio enfatico di una volta, facendo sempre precedere il discorso dalla invocazione al suo alto potere, alla sua sacra personalità e ricordando alcuni dei maggiori titoli ai quali ha diritto il Sultano! Nessuno osava opporsi ai suoi voleri. Puad pascià e Aali pascià, i due Gran Vizir ai quali era riuscito, fino a un certo punto, di mettere un freno alle pazzie del loro Signore, erano morti. Il Gran Vizir Mahmoud Nedim che loro succedette, era un cieco strumento in mano del Padiscià. Per conservare il posto, lasciava fare, e non si opponeva mai a nessuna delle stranezze di Abdul-Aziz, lasciando che continuasse ad attingere a piene mani nelle casse dello Stato, anche quando il debito pubblico ottomano, nel breve periodo di dieci anni, era salito da 10 milioni di lire turche ( 250.000.000): a una cifra decupla. Per far denaro a qualunque costo, i Governatori dei vilayet avevano ricevuto ordine di riscuotere anticipatamente le imposte. Il malcontento contro il Sultano era vivissimo, non solo a Costantinopoli, ma anche nelle provincie lontane. Fu in quel periodo che Abdul-Aziz, spaventato dalla situazione, fece appello a Midhat pascià, un uomo la cui popolarità andava ogni giorno aumentando, e il cui nome poteva ispirare una certa fiducia anche alle Potenze europee. Midhat pascià aveva percorso rapidamente una brillante carriera. Era arrivato in età ancora giovane all’alta carica di Vali. Per parecchi anni però era rimasto nell’ombra, pur coprendo diverse cariche non elevate, ma di fiducia, come addetto al Segretariato del Gran Vizirato, e poi, come Segreta-