iOO l’annessione della Bosnia Erzegovina. Conferenza sospettati da tutti, non potendo contare né sugli alleati nè sugli amici, e culi l'esercito sotto inchiesta! Che la stella d’Italia protegga ancora una volta il nostro paese! li il solo voto, la sola speranza che possiamo ancora formulare! Nel deplorare l'atteggiamento incerto che ci ha condotto a questo resultato credo si possano trovare perfettamente d'accordo tanto gli avversari che i fautori della Triplice. Non vorrei essere frainteso e che le mie parole, suonassero quale consiglio od invito ad un atteggiamento irrequieto e provocatore. Le agitazioni inconsulte non sono soltanto inutili; possono essere di danno. Ma deve essere lecito di constatare ed affermare come sia stato l’atteggiamento del vicino Impero in tante circostanze e che, da ultimo, ha lacerato non solo i patti della Triplice, ma quelli speciali che aveva con l'Italia, ciò che ha spinto anche molti fautori della Tri pi ice a dubitare dei suoi vantaggi, e come, d’altra parte, l’unico mezzo per farsi rispettare sia sempre quello di parlare il linguaggio della franchezza. Nella nostra storia politica e diplomatica, a proposito per l’appunto della relazione con l’Austria, in altri tempi vi furono tradizioni ben diverse. R non mi pare inopportuno il ricordare oggi un i nota che il Robilant nostro ambasciatore a Vienna, mandava al Mancini allora ministro degli esteri, per dissuaderlo, dal mostrare troppo apertamente il suo vivo desiderio di far fare al Re il viaggio di Vienna. Il Governo del Re, scriveva, non può dubitare della coscienziosa saldezza dei miei convincimenti, perchè è troppo evidente, che a nessuno più che a me, dovrebbe tornar gradito, di assistere un’altra volta all’incontro del mio Sovrano con quoll'Imperatore, presso il quale