La fuga di lzzi'l pascià Subito cominciò a vacillare e lo portarono a casa morto. Izzet d’allora in poi sali rapidamente. Fu nominato cameriere imperiale e poi segretario. Gli si apriva anche una inesauribile fonte di denaro. « Quando venne la guerra greco-turca egli s’impegnò — prosegue il Neues Wiener Tagblatt — verso il capo del Governo greco Delyannis ad indurre il Sultano a dare l’autonomia a Greta sotto bandiera greca, per un milione. A tale scopo falsificava i telegrammi che Edhem pascià mandava dal campo; ma, scopertosi il trucco, Izzet fu cacciato. « Tornò presto a rendersi accetto al Sultano con l’idea della costruzione della ferrovia della Mecca. Fu nominato pascià e ritornò ad essere il suo favorito. Izzet pascià , che, dopo la proclamazione della Costituzione, non si era più fatto vedere a Ildiz Kiosk, il 30 pensò bene di fuggire. Egli si era prima rifugiato all’Ambasciata di Germania, a Terapia, ma l’Ambasciatore non volle tenerlo e lo fece sbarcare nel villaggio di Besikas. Di qui Izzet pascià, inosservato, rientrò nel suo palazzo dove si rase completamente la barba e indossò un abito europeo mettendo un cappello di paglia in luogo del fez tradizionale. Poi usci nuovamente, s’imbarcò sopra il piccolo piroscafo Maria, da lui precedentemente noleggiato e salpò. Ma poi nello Stretto dei Dardanelli il vapore che batteva bandiera inglese, fu fermato in seguito ad una denunzia dei Giovani Turchi. Le autorità di Dardanelli, che constatarono la presenza di Izzet, gli impedirono di proseguire verso l’Egeo. Il capitano della nave protestò e invocò l’intervento del Console Inglese il quale si recò a bordo e visitò Izzet pascià. L’Ambasciata Inglese alla qua-