La lettera dell'imperatore a Fallières 361 bulgara. Man mano, le voci che davano i due avvenimenti imminenti, presero sempre più consistenza. Due giorni prima della proclamazione dell'Indipen-(lenza, il 3, si seppe che l’ambasciatore Austro-Ungarico a Vienna aveva consegnato al Presidente Fallières una lettera autografa dell'imperatore Francesco Giuseppe. Oramai non era più dubbio. La lettera imperiale non poteva contenere altro che l’annunzio dell’annessione. Il testo non potè esserne conosciuto subito, perchè nè il Governo Austriaco nò il Presidente della Repubblica, potevano consentirne la pubblicazione, fino a che la stessa lettera dall’imperatore diretta oltre che al Fallières a tutti i Sovrani delle Grandi Potenze fosse nelle loro mani. Il fatto che sia stata consegnata un giorno prima al Presidente Fallières, pare dovuto soltanto ad una circostanza fortuita. Così dichiarò il conte vón Lutzow facendo una visita al nostro ministro degli esteri il giorno dopo, passando da Milano prima di recarsi a Racconigi, a consegnare al Re la lettera dell’imperatore. Il 5 era avvenuta la proclamazione della indipendenza bulgara. Il 6 fu pubblicato il proclama dell’imperatore col quale dichiarò di incorporare alla monarchia le due provincie, annunziando, in pari tempo, il ritiro delle truppe austro-ungariche dal Sangiaccato di Novi Bazar (1). Con una lettera di Burian ministro delle fi- (1) Il testo del proclama imperiale : « Ai popoli della fíosnia-Erzefiorina! « Quando, or fa un trentennio, le nostre truppe passarono il vostro ;onfin \ vi venne data l’assicurazione che esse non entravano da nemici, ma anzi da amici, col fermo volere di sanare i mali di cui soffriva la vostra patria. La parola data in quel grave momento venne onestamente mantenuta. « Assidua cura del nostro Governo fu di avviare il paes? sotto la tutela delle leggi e con dirigente lavoro verso un più felice avvenire. «Con nostra grande gioia, possiamo dire cln il seme che fu gettato allora nei solchi da un suolo fermentato fruttifici largamente. Voi stessi dovete sentire il beneficio che in luogo della violenza e dell’oppressione regnino l’ordine e la sicurezza; che il commercio sia in crescere e l’influenza moralizzatrice della maggior cultura si sia fatto sentire e che sotto la tutela di un’amministrazione ordinata ognuno goda il frutto del proprio