356 l’annessione della Bosnia Erzegovina che ha dovuto fuggire, in seguito alle dimostrazioni ostili, e elie, pare anzi, debba all'intervento di un battaglione austro-ungarico, d’essere uscito sano e salvo dalle mani degli Albanesi che lo tenevano prigioniero alla sede del cornando, era l’interprete fe-dele di questa politica di rassegnazione e di remissività, contro la quale, appena ebbero la certezza dei trionfo della rivoluzione, cominciarono subito ad avere un atteggiamento apertamente ostile, tanto i Serbi che i Mussulmani del Sangiaccato. Le notizie di codesto atteggiamento, e anche quelle di alcune dimostrazioni, che ebbero un carattere sintomatico piuttosto grave, non giunsero che qualche settimana dopo nelle capitali europee, e non ne fu reso conto, che in modo molto vago, su per i giornali. In quel primo periodo del nuovo regime, la stampa turca non era organizzata per poter avere le notizie con una certa rapidità, e, d’altra parte, era troppo assorta dagli avvenimenti che si svolgevano a Costantinopoli, per poter occuparsi d’altro. Nella stampa dell’Austria e dell’Ungheria, dove, certamente, le notizie arrivarono immediatamente, vi fu come una specie di parola d’ordine di tacere. Ma l’incidente di Terezovich, per esempio, è stato assai significante. La scuola degli impiegati ferroviari di Terezovich, la quale, apertamente, ha continuamente fatto un’attiva propaganda austriaca, aveva organizzata una festa campestre, alla quale aveva invitata una gran quantità di persone, compreso tutto il personale dei Consolati austriaci di Pritzrend, di Mitrovitza e anche di Uskub. Appena ne ebbero notizia gli Albanesi dei paesi vicini, si riunirono in parecchie migliaia — armati ben inteso, poiché il portare armi era, come si sa, un diritto esclusivo dei Mussulmani — e, recatisi a Terezovich, distrussero il boschetto, i padiglio-