378 L’ANNESSIONE DET.I.A BOSNIA ERZEGOVINA italiano. Deve anzi aver dato istruzioni in questo senso anche a tutta la Ballplatz, visto die ricevendo dei giornalisti, il giorno prima dell’annessione, essendogli stato chiesto da un giornalista se era vero che l’Italia avrebbe manifestato la sua sorpresa e chiesto qualche compenso, il capo sezione che riceveva la stampa, rispose che non lo credeva, perchè, Tittoni è un uomo saggio... È toccato all’on. Tittoni precisamente ciò che accadde trent’anni fa al compianto Cairoli. Allo stesso modo che l’on. Cairoli fu ingannato dal Ministro degli Esteri francese, il quale lo assicurava che la Francia non pensava affatto alla Tunisia, mentre erano già in moto le truppe che dovevano occupare la Reggenza, l’on. Tittoni è stato tenuto a bada dall’on. Aehrenthal, il quale ancora qualche settimana prima lo assicurava che lo statu quo nella Penisola Balcanica non sarebbe mai stato dall’Austria turbato, mentre già si stava preparando il piano per mandare ad effetto l’antico disegno. Né credette d’informare nemmeno dopo il suo caro collega, come lo chiamò in un dispaccio, malgrado le tante volte affermata intimità dei due Governi, che era da due o tre anni il capo-saldo della nostra politica estera. Nelle polemiche che si svolsero nei giorni che seguirono l’annuncio, non si è potuto sapere con esattezza, come e se, fon. Ministro ha saputo dell’annessione. Anche dalla Consulta e dalla bocca stessa del Ministro sono uscite notizie contraddittorie. Il tono col quale l’annunzio dei compensi fu dato a Garate, pareva non dover lasciare alcun dubbio che l’on. Tittoni lo avesse saputo prima, dal momento che tali compensi egli annunciò come resultato di trattative, che non si conducono a una conclusione da